sabato 30 giugno 2012

Il Papa agli Arcivescovi Metropoliti che hanno ricevuto il Pallio: Portate nelle vostre comunità l’esperienza di intensa spiritualità e di autentica unità evangelica di queste giornate, affinché essa tocchi il cuore dei credenti e si riverberi nell’intera società, lasciando tracce di bene





SOLENNITA' DEI SANTI PIETRO E PAOLO (29 GIUGNO): LO SPECIALE DEL BLOG


UDIENZA AGLI ARCIVESCOVI METROPOLITI CHE HANNO RICEVUTO IL PALLIO NELLA SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO, 30.06.2012


Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza gli Arcivescovi Metropoliti ai quali ieri, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, ha imposto il Pallio.
Ai Presuli, accompagnati dai familiari e dai fedeli delle rispettive diocesi, il Papa rivolge il discorso che pubblichiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,

sono lieto di rivolgere il mio cordiale benvenuto a tutti voi, che avete accompagnato a Roma, presso la tomba degli Apostoli, gli Arcivescovi Metropoliti, ai quali ho avuto la gioia di imporre il Pallio ieri nella Basilica Vaticana, nel corso di una solenne celebrazione, in cui abbiamo fatto memoria dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. In questo nostro incontro vogliamo quasi prolungare il clima di profonda comunione ecclesiale, che abbiamo vissuto ieri. Infatti, la presenza degli Arcivescovi Metropoliti, che provengono da diverse parti del mondo, manifesta in modo visibile l’universalità della Chiesa, chiamata a far conoscere Cristo e annunciare il Vangelo in tutti i continenti e nelle varie lingue.
Saluto con affetto ciascuno di voi, venerati e stimati Fratelli Metropoliti, e con voi saluto i familiari, gli amici e i fedeli affidati alle vostre cure pastorali, che vi fanno corona in queste giornate così significative. Inoltre un saluto cordiale anche alle vostre Diocesi di provenienza.
Rivolgo il mio pensiero in primo luogo a voi, cari Pastori della Chiesa che è in Italia! Saluto Lei, Mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia; saluto Lei, Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto -ha una grande famiglia di amici. Si vede -  e Lei, Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari. Vi assicuro la mia costante preghiera, affinché possiate svolgere con gioia e fedeltà il vostro ministero episcopale, per edificare nella carità le vostre Comunità diocesane, sostenendole nella testimonianza della fede e aiutandole ad evidenziare sempre più il rinnovato entusiasmo dell’incontro con la persona di Cristo.


Je suis heureux d'accueillir les pèlerins francophones, venus accompagner les nouveaux Archevêques métropolitains à qui j'ai eu la joie de remettre le pallium. Je salue bien cordialement Monseigneur Luc Cyr, Archevêque de Sherbrooke, Monseigneur Paul-André Durocher, Archevêque de Gatineau, Monseigneur Pascal Wintzer, Archevêque de Poitiers, et Monseigneur André Lépine, Archevêque de Montréal. Le pallium est le symbole de l'unité qui lie les pasteurs des Eglises particulières au Successeur de Pierre, Evêque de Rome. Il rappelle aussi aux pasteurs leurs responsabilités d'être exemplaires et zélés, riches d'amour pour tous, afin de guider le peuple de Dieu confié à leur sollicitude pastorale. Je donne de grand cœur, à tous les prêtres et aux fidèles de vos archidiocèses la Bénédiction apostolique, en gage de paix et de joie dans le Seigneur!

[Sono lieto di accogliere i pellegrini francofoni, venuti qui per accompagnare i nuovi Arcivescovi metropoliti ai quali ho avuto la gioia d'imporre il Pallio. Saluto molto cordialmente Monsignor Luc Cyr, Arcivescovo di Sherbrooke, Monsignor Paul-André Durocher, Arcivescovo di Gatineau, Monsignor Pascal Wintzer, Arcivescovo di Poitiers, e Monsignor André Lépine, Arcivescovo di Montréal. Il Pallio è il simbolo dell'unità che lega i pastori delle Chiese particolari al Successore di Pietro, Vescovo di Roma. Ricorda anche ai pastori la loro responsabilità di essere esemplari e zelanti, ricchi di amore per tutti, al fine di guidare il popolo di Dio affidato alla loro sollecitudine pastorale. Imparto di cuore a tutti i sacerdoti e i fedeli delle vostre Arcidiocesi la Benedizione Apostolica, in pegno di pace e di gioia nel Signore!]

I extend warm greetings to the English-speaking Metropolitan Archbishops upon whom I conferred the Pallium yesterday. From the United States of America: Archbishop Charles Chaput of Philadelphia, Archbishop William Skurla of Pittsburgh, Archbishop William Lori of Baltimore, Archbishop Samuel Aquila of Denver. From Papua New Guinea: Archbishop Francesco Panfilo of Rabaul. From the Philippines: Archbishop Luis Tagle of Manila, Archbishop Jose Advincula of Capiz, Archbishop Romulo Valles of Davao, Archbishop John Du of Palo. From Bangladesh: Archbishop Patrick D'Rozario of Dhaka. From the Antilles: Archbishop Joseph Harris of Port of Spain. From Zambia: Archbishop Ignatius Chama of Kasama. From India: Archbishop John Moolachira of Guwahati, Archbishop Thomas D'Souza of Calcutta. From Pakistan: Archbishop Joseph Coutts of Karachi. From Australia: Archbishop Timothy Costelloe of Perth, Archbishop Mark Coleridge of Brisbane. From Korea: Archbishop Andrew Yeom Soo Jung of Seoul. From Nigeria: Archbishop Alfred Martins of Lagos.

I also welcome their family members, their relatives, friends and the faithful of their respective Archdioceses who have come to Rome to pray with them and to share their joy.

[Porgo cordiali saluti agli Arcivescovi Metropoliti di lingua inglese ai quali ieri ho imposto il Pallio. Dagli Stati Uniti d'America: Arcivescovo Charles Chaput di Philadelphia, Arcivescovo William Skurla di Pittsburgh, Arcivescovo William Lori di Baltimora, Arcivescovo Samuel Aquila di Denver. Da Papua Nuova Guinea: Arcivescovo Francesco Panfilo di Rabaul. Dalle Filippine: Arcivescovo Luis Tagle di Manila, Arcivescovo Jose Advincula di Capiz, Arcivescovo Romulo Valle di Davao, Arcivescovo John Du di Palo. Dal Bangladesh: Arcivescovo Patric D'Rozario di Dhaka. Dalle Antille: Arcivescovo Joseph Harris di Port of Spain. Dallo Zambia: Arcivescovo Ignatius Chama di Kasama. Dall'India: Arcivescovo John Moolachira di Guwahati, Arcivescovo Thomas D'Souza di Calcutta. Dal Pakistan: Arcivescovo Joseph Coutts di Karachi. Dall'Australia: Arcivescovo Timothy Costelloe di Perth, Arcivescovo Mark Coleridge di Brisbane. Dalla Corea: Arcivescovo Andrew Yeom Soo Jung di Seul. Dalla Nigeria: Arcivescovo Alfred Martins di Lagos.

Do anche il benvenuto alle loro famiglie, ai loro parenti, agli amici e ai fedeli delle loro rispettive Arcidiocesi che sono venuti a Roma per pregare con loro e per condividere la loro gioia. ]

Mit Freude grüße ich die Delegation und die Gäste aus Berlin sowie alle Pilger aus Deutschland, die Kardinal Rainer Maria Woelki zum Empfang des Palliums nach Rom begleitet haben. Seid herzlich willkommen! Das Pallium macht auf besondere Weise die enge Verbundenheit der Erzbischöfe und ihrer Kirchenprovinzen mit dem Papst und dem Stuhl Petri sichtbar. Zugleich erinnert es an die Aufgabe, gleich Christus, dem Guten Hirten, dem verlorenen Schaf nachzugehen, es auf die Schultern zu nehmen, zur Herde zurückzubringen und für es zu sorgen. So steht das Pallium für die Fürsorge und Verantwortung der Hirten für ihre Herde. Und gerade aufgrund dieser gemeinsamen Verantwortung müssen wir die Einheit pflegen und wahren. Tragt auch ihr mit eurem Gebet und eurem Einsatz dazu bei, die Einheit der Kirche zu fördern und zu festigen. Von Herzen segne ich euch alle.

[Con gioia rivolgo il mio saluto alla delegazione e agli ospiti provenienti da Berlino nonché a tutti i pellegrini dalla Germania, che hanno accompagnato il Cardinale Rainer Maria Woelki a Roma per ricevere il pallio. Siete tutti i benvenuti! Il Pallio in modo particolare rende visibile la forte unione dei vescovi metropoliti e le loro Province Ecclesiastiche con il Papa e la Sede di Pietro. Al contempo ricorda la missione di seguire -- come Cristo -- la pecora smarrita, di portarla sulle spalle, di farla rientrare nel gregge e prendersene cura. In tal senso il Pallio è segno della cura e della responsabilità che hanno i pastori verso i loro greggi. Proprio per questa responsabilità comune siamo tenuti a sviluppare e a mantenere l'unità. Date anche voi il vostro contributo tramite la vostra preghiera per promuovere e rendere solida l'unione della Chiesa. Di cuore impartisco a tutti Voi la mia benedizione.]

Con ocasión de la imposición del palio, saludo cordialmente al arzobispo de Guadalajara, cardenal Francisco Robles Ortega; al de Tucumán, monseñor Alfredo Horacio Zecca; al de Los Altos-Quetzaltenango-Totonicapán, monseñor Mario Alberto Molina Palma; al de Ayacucho o Huamanga, monseñor Salvador Piñeiro García-Calderón; al de Ciudad Bolívar, monseñor Ulises Antonio Gutiérrez Reyes, y al de San Luis Potosí, monseñor Jesús Carlos Cabrero Romero, así como a quienes los arropan con su oración y afecto en esta significativa circunstancia. Pongo a todos bajo la fiel custodia de San Pedro y San Pablo, para que se incremente cada vez más la cercanía espiritual y los vínculos de comunión de vuestras Iglesias particulares con la Sede Apostólica, y así se intensifique entre vosotros el anuncio del Evangelio. Que Dios os bendiga.

[In occasione dell'imposizione del Pallio, saluto cordialmente l'Arcivescovo di Guadalajara, Cardinale Francisco Robles Ortega; quello di Tucumán, Monsignor Alfredo Horacio Zecca; quello di Los Altos-Quetzaltenango-Totonicapán, Monsignor Mario Alberto Molina Palma; quello di Ayacucho o Huamanga, Monsignor Salvador Piñeiro García-Calderón; quello di Ciudad Bolívar, Monsignor Ulises Antonio Gutiérrez Reyes e quello di San Luis Potosí Monsignor Jesús Carlos Cabrero Romero, come pure quanti li circondano con la loro preghiera e con il loro affetto in questa significativa circostanza. Pongo tutti sotto la fedele custodia di San Pietro e di San Paolo, affinché s'incrementino sempre più la vicinanza spirituale e i vincoli di comunione delle vostre Chiese particolari con la Sede Apostolica e s'intensifichi così tra voi l'annuncio del Vangelo. Che Dio vi benedica!]

Saúdo com alegria os Arcebispos brasileiros, Dom Wilson Jönck, de Florianópolis; Dom José Francisco Dias, de Niterói; Dom Esmeraldo de Farias, de Porto Velho; Dom Jaime Rocha, de Natal; Dom Airton dos Santos, de Campinas; Dom Jacinto de Brito Sobrinho, de Teresina; e Dom Paulo Peixoto, de Uberaba; e também o Arcebispo de Malanje em Angola, Dom Benedito Roberto, que ontem receberam o Pálio, sinal de particular comunhão com o Sucessor de Pedro. Queridos Arcebispos, sede para o vosso Povo um sinal de Cristo, Bom Pastor, que guia as suas ovelhas. Dou também as boas-vindas aos sacerdotes, religiosos e fiéis que vos acompanham, pedindo-lhes que rezem pelos seus Arcebispos para que não lhes faltem as forças no cumprimento da sua missão. E, como penhor de alegria e de paz no Senhor, concedo a vós aqui presentes e às vossas comunidades arquidiocesanas a minha Bênção Apostólica.

[Saluto con gioia gli Arcivescovi brasiliani, Monsignor Wilson Jönck, di Florianópolis; Monsignor José Francisco Dias, di Niterói; Monsignor Esmeraldo de Farias, di Porto Velho; Monsignor Jaime Rocha, di Natal; Monsignor Airton dos Santos, di Campinas; Monsignor Jacinto de Brito Sobrinho, di Teresina; Monsignor Paulo Piexoto, di Uberaba e anche l'Arcivescovo di Malanje in Angola, Monsignor Benedito Roberto; ieri hanno ricevuto il Pallio, segno di particolare comunione con il Successore di Pietro. Cari Arcivescovi, siate per il vostro popolo un segno di Cristo, Buon Pastore, che guida il suo gregge. Do il benvenuto anche ai sacerdoti, religiosi e fedeli che vi accompagnano, chiedendo loro di pregare per i propri Arcivescovi affinché non manchino loro le forze nel compimento della propria missione. E, come pegno di gioia e di pace nel Signore, imparto a voi qui presenti e alle vostre comunità arcidiocesane la mia Benedizione Apostolica.]

Serdecznie pozdrawiam nowych Arcybiskupów metropolitów z Polski, którzy wczoraj otrzymali paliusze: Stanisława Budzika z Lublina, Wiktora Skworca z Katowic i Wacława Depo z Częstochowy. Pozdrawiam także wiernych, którzy podzielają ich radość, a szczególnie pielgrzymów z ich metropolii i wszystkich im bliskich, wspierających ich swoją modlitwą. Paliusz jest znakiem szczególnej jedności z Chrystusem i komunii z Następcą Świętego Piotra. Niech ta komunia przenika serca wiernych każdej metropolii. Polecam Bogu to pragnienie w mojej modlitwie i wszystkim z serca błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente gli arcivescovi metropoliti della Polonia che ieri hanno ricevuto il pallio: Stanisław Budzik di Lublin, Wiktor Skworc di Katowice e Wacław Depo di Częstochowa. Con loro saluto i fedeli che ne condividono la gioia, specialmente i rappresentanti delle loro metropoli, tutti i loro cari, e quanti li sostengono con la preghiera. Il pallio è segno di particolare unità con Cristo e di comunione con il Successore di Pietro. Tale comunione pervada anche i cuori dei fedeli di ogni metropoli. Affido questo auspicio a Dio nelle mie preghiere e voi tutti benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo.]

Cari fratelli e sorelle, portate nelle vostre comunità l'esperienza di intensa spiritualità e di autentica unità evangelica di queste giornate, affinché essa tocchi il cuore dei credenti e si riverberi nell'intera società, lasciando tracce di bene. L'intercessione della celeste Madre di Dio e degli Apostoli Pietro e Paolo, ottengano al popolo cristiano la capacità di far risplendere nel mondo, attraverso la tenace e limpida testimonianza dei singoli, la parola di verità che il Signore Gesù ci ha lasciato in dono. Con tali sentimenti vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

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venerdì 29 giugno 2012

VISITA DEL SANTO PADRE A LORETO (4 OTTOBRE 2012): LO SPECIALE DEL BLOG


ANNO DELLA FEDE (11 OTTOBRE 2012 - 24 NOVEMBRE 2013): LO SPECIALE DEL BLOG 


SINODO DEI VESCOVI SULLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE PER LA TRASMISSIONE DELLA FEDE CRISTIANA (7-28 OTTOBRE 2012): LO SPECIALE DEL BLOG    

Il Papa a Loreto: "Nella crisi attuale che interessa non solo l’economia, ma vari settori della società, l’Incarnazione del Figlio di Dio ci dice quanto l’uomo sia importante per Dio e Dio per l’uomo. Senza Dio l’uomo finisce per far prevalere il proprio egoismo sulla solidarietà e sull’amore, le cose materiali sui valori, l’avere sull’essere. Bisogna ritornare a Dio perché l’uomo ritorni ad essere uomo. Con Dio anche nei momenti difficili, di crisi, non viene meno l’orizzonte della speranza: l’Incarnazione ci dice che non siamo mai soli, Dio è entrato nella nostra umanità e ci accompagna" (Omelia del Santo Padre in occasione della Santa Messa nella Piazza della Madonna di Loreto, 4 ottobre 2012)

Il Papa: "Cari fratelli e sorelle, domani mi recherò in visita al Santuario di Loreto...Vi chiedo di unirvi alla mia preghiera nel raccomandare alla Madre di Dio i principali eventi ecclesiali che ci apprestiamo a vivere: l’Anno della fede e il Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione. Possa la Vergine Santa accompagnare la Chiesa nella sua missione di annunciare il Vangelo agli uomini e alle donne del nostro tempo" (Udienza generale, 3 ottobre 2012)


ALTRI ARTICOLI, INTERVISTE E COMMENTI

Il Papa a Loreto: lo speciale de "Il Corriere Adriatico"


L'arcivescovo delegato di Loreto: Il Papa era sereno e calmo: la giornata non poteva svolgersi in modo migliore (Santini)


Loreto, il tenero abbraccio del Papa con sei bimbi (Santini)

Il Papa a Loreto: Senza Dio l'egoismo prevale sull'amore (Muolo)

Loreto, la sosta del Papa a Montorso è un chiaro segno di vicinanza ai giovani (Liut)

Loreto scaccia l'incubo Vatileaks. Per il Papa un bagno di folla (Guidelli)
Il viaggio del Papa a Loreto (Introvigne)

La visita del Papa a Loreto nel commento di José Luis Restán


A Loreto il Papa ha invitato, tanto più nei momenti difficili, di crisi, a non perdere l’orizzonte della fede e della speranza (Monteforte)

La visita del Papa a Loreto nel commento di Giacomo Galeazzi


I saluti del sindaco e dell'arcivescovo di Loreto (O.R.)

Mons. Tonucci sulla visita di Benedetto XVI a Loreto: il messaggio del Papa rivolto soprattutto alla generosità dei giovani


Il pellegrinaggio di Benedetto XVI a Loreto. Tra memoria e profezia (Biccini)

Per il Papa una boccata d'aria pura, a Loreto la Chiesa non è vatileaks (Izzo)


ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI DEL 4 OTTOBRE 2012

"Loreto, Papa colpito dalla partecipazione raccolta dei fedeli". Lo rivela Mons. Tonucci

Papa Ratzinger a Loreto sulle orme di Roncalli (Accattoli)

Il Papa: San Francesco vero Vangelo vivente. Benedetto XVI accende la candela della grande preghiera per l'Italia (Izzo)


Menù marchigiano, poi riposo. Il Papa: "Continuate pure a chiacchierare"

Benedetto ai commensali: Confermando una tradizione ormai consolidata ora il Papa si ritra per riposare ma voi potete continuare a chiacchierare e divertirvi e magari prendete il caffè

Il Papa è rientrato in Vaticano. Conclusa la visita a Loreto

Il Papa a Loreto tra bagni di folla e battute fuori dal protocollo. “Nella Santa Casa ci sentiamo a casa nostra” (Galeazzi)

Il segno di Loreto (Vian)

Benedetto XVI a Loreto affida a Maria l’Anno della fede e il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione (O.R.)

Il Papa a Loreto: «La solidarietà prevalga sull'egoismo»

Frati Assisi: in comunione con Papa pellegrino a Loreto

L'entusiasmo dei 10mila fedeli che hanno accolto il Papa a Loreto, la partecipazione delle autorità civili 

Il Papa a Loreto. La casa sulla strada. Un ''messaggio singolare'' da una collocazione che ''potrebbe apparire piuttosto strana'' (Sir)

IL PAPA A LORETO: FOTO DE "IL RESTO DEL CARLINO"

Anno della fede, il Papa a Loreto (Gaeta)

Il Papa: Dove abita Dio, dobbiamo riconoscere che tutti siamo 'a casa'

Il Papa a Loreto: servizio di Lucio Brunelli

Il Papa: il Concilio aveva lo scopo di riproporre Cristo. Sta prevalendo l'egoismo sulla solidarietà. Nessuno più sia considerato straniero (Izzo)


Il Papa: Dio ci libera da sete di potere, di possesso e di dominio. Ritornare a Dio perché l'uomo ritorni ad essere uomo

Il Papa a Loreto: dimorare nella ‘casa vivente’ (Baroncia)


Benedetto XVI sulle orme di Roncalli e del concilio celebra la messa sul sagrato del santuario di Loreto (Galeazzi)

Il Papa atterra a Loreto, tutte le campane suonano a festa. Nel piazzale del Santuario lo accolgono la Vergine e 5mila fedeli. La questura: oltre 10mila persone nel centro di Loreto (Izzo)

Il Papa a Loreto affida a Maria le speranze del mondo: senza Dio l'egoismo prevale sull'amore 


Il Papa è al santuario Loreto, accolto dalla statua della Vergine

Il Papa ha iniziato la visita a Loreto


50 anni fa il primo viaggio di un Papa a Loreto (Olla)

IL PAPA E' ARRIVATO A LORETO

Lo sguardo a Maria, le braccia spalancate (Muolo)

E la mattina del 4 ottobre Giovanni XXIII prese il treno (Roncalli)


Mons. Tonucci: il Papa a Loreto, memoria e profezia (Punzi)

Benedetto XVI pellegrino a Loreto


Quel treno per Loreto. L'arcivescovo Capovilla ricorda la visita di Giovanni XXIII al santuario mariano alla vigilia dell'apertura del Vaticano II (Ponzi)

Verso l'Anno della fede e il Sinodo. Benedetto XVI giovedì a Loreto a cinquant'anni dalla visita compiuta da Giovanni XXIII alla vigilia del concilio Vaticano II


ARTICOLI, NOTIZIE, INTERVISTE E COMMENTI PRECEDENTI IL VIAGGIO DEL SANTO PADRE 

Il Papa: Sostenetemi a Loreto, per la missione della Chiesa nel mondo (TG1)

Vigilia dell'arrivo del Papa a Loreto. Interviste con il sindaco e il presidente della Regione Marche 

Il Papa: la liturgia non può essere alterata da singoli o esperti. A Loreto pregheremo per la missione della Chiesa che continua (Izzo)

Ai piedi di Maria. Da Pio IX a Benedetto XVI (Giovanni Tonucci)



Loreto ovvero la pietà popolare. I fendenti del cardinale Vegliò (Magister)


Loreto, la seconda volta del Papa (Carla Falconi)

Benedetto XVI sarà il primo Papa a celebrare Messa all'aperto a Loreto

Padre Lombardi: il Papa a Loreto, primo passo del nuovo cammino della Chiesa 

A Loreto una mostra per il cinquantenario del pellegrinaggio di Giovanni XXIII (Barbagallo) 

Benedetto XVI a Loreto. Mercoledì 4 ottobre la visita (O.R.) 

Benedetto XVI a Loreto sui passi di Giovanni XXIII (Vito Punzi) 

Il programma ufficiale della visita del Papa a Loreto


Benedetto XVI a Loreto con lo sguardo a Papa Giovanni, al Concilio e all' ecumenismo (Gagliarducci)

Il Papa a Loreto. Nella casa di Maria. Intervista a mons. Tonucci (Sir) 

Il Papa torna a Loreto cinque anni dopo l'Agorà e cinquanta dopo Giovanni XXIII (Izzo)
 

Il Papa a Loreto. Mons. Tonucci: nei momenti importanti la Chiesa si rivolge a Maria
 

Il Papa a Loreto sulle orme di Giovanni XXIII

Ad ottobre Benedetto XVI a Loreto: affiderà alla Vergine il Sinodo e l'Anno della Fede

Benedetto XVI a Loreto 50 anni dopo il pellegrinaggio di Giovanni XXIII


Il Papa sarà a Loreto il 4 ottobre


VISITA DEL SANTO PADRE A LORETO (4 OTTOBRE 2012): PROGRAMMA

Il Papa: Roma porta inscritti nella sua storia i segni della vita e della morte gloriosa dell’umile Pescatore di Galilea e dell’Apostolo delle genti, che giustamente si è scelti come Protettori. Facendo memoria della loro luminosa testimonianza, noi ricordiamo gli inizi venerandi della Chiesa che in Roma crede, prega ed annuncia Cristo Redentore


SOLENNITA' DEI SANTI PIETRO E PAOLO (29 GIUGNO): LO SPECIALE DEL BLOG



Vedi anche:

Se il Papa parla delle debolezze del Papato (Tornielli)

Il Papa ringrazia la Pro Loco di Roma per l'infiorata di Piazza San Pietro ed il card. Vallini per le presenze di oggi (Izzo)
 

Santa Messa ed Angelus: servizio di Enzo Romeo

Fratelli nella fede. Le parole del Papa nella solennità dei santi Pietro e Paolo. All’Angelus: “Unità e cattolicità della Chiesa, un tesoro prezioso” (Sir)

Il Papa: continuerò a guidare la Chiesa con mitezza e forza. Agli Ortodossi: avanti verso il traguardo della piena unità. Lombardi: una meravigliosa festa romana d'estate (Izzo)
 


Il Papa: I santi Pietro e Paolo brillano non solo nel cielo di Roma (AsiaNews)

Santi Pietro e Paolo. Il Papa: le forze del male non prevarranno, pregate perché serva la Chiesa con forza e mitezza (R.V.)


Il Papa: La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio
 

Il Papa: Conto anche sulle vostre preghiere per continuare a servire la Chiesa con la mitezza e la forza dello Spirito Santo (Asca)


LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 29.06.2012

Al termine della Santa Messa della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, concelebrata nella Basilica Vaticana con i 43 Arcivescovi Metropoliti che hanno ricevuto il Pallio e alla quale ha partecipato una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il Papa si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano e guida la recita dell’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Santo Padre Benedetto XVI nell’introdurre la preghiera mariana:
 


PRIMA DELL’ANGELUS  

Cari fratelli e sorelle,

celebriamo con gioia la solennità liturgica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, una festa che accompagna la storia bimillenaria del Popolo cristiano. Essi sono chiamati colonne della Chiesa nascente. Testimoni insigni della fede, hanno dilatato il Regno di Dio con i loro diversi doni e, sull’esempio del divino Maestro, hanno sigillato col sangue la loro predicazione evangelica. Il loro martirio è segno di unità della Chiesa, come dice sant’Agostino: «Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli. Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola. Pietro precedette, Paolo seguì» (Disc. 295, 8: PL 38, 1352).
Del sacrificio di Pietro sono segno eloquente la Basilica Vaticana e questa Piazza, così importanti per la cristianità. Anche del martirio di Paolo restano tracce significative nella nostra Città, specialmente la Basilica a lui dedicata sulla Via Ostiense. 
Roma porta inscritti nella sua storia i segni della vita e della morte gloriosa dell’umile Pescatore di Galilea e dell’Apostolo delle genti, che giustamente si è scelti come Protettori. Facendo memoria della loro luminosa testimonianza, noi ricordiamo gli inizi venerandi della Chiesa che in Roma crede, prega ed annuncia Cristo Redentore. 
Ma i Santi Pietro e Paolo brillano non solo nel cielo di Roma, ma nel cuore di tutti i credenti che, illuminati dal loro insegnamento e dal loro esempio, in ogni parte del mondo camminano sulla via della fede, della speranza e della carità.
In questo cammino di salvezza, la comunità cristiana, sostenuta dalla presenza dello Spirito del Dio vivo, si sente incoraggiata a proseguire forte e serena sulla strada della fedeltà a Cristo e dell’annuncio del suo Vangelo agli uomini di ogni tempo. In questo fecondo itinerario spirituale e missionario si colloca anche la consegna del Pallio agli Arcivescovi Metropoliti, che ho compiuto stamani in Basilica. Un rito sempre eloquente, che pone in risalto l’intima comunione dei Pastori con il Successore di Pietro e il profondo vincolo che ci lega alla tradizione apostolica. Si tratta di un duplice tesoro di santità, in cui si fondono insieme l’unità e la cattolicità della Chiesa: un tesoro prezioso da riscoprire e da vivere con rinnovato entusiasmo e costante impegno.
Cari pellegrini, qui giunti da ogni parte del mondo! In questo giorno di festa, preghiamo con le espressioni della Liturgia orientale: «Sia lode a Pietro e a Paolo, queste due grandi luci della Chiesa; essi brillano nel firmamento della fede». In questo clima, desidero rivolgere un particolare pensiero alla Delegazione del Patriarcato di Costantinopoli che, come ogni anno, è venuta per prender parte a queste nostre tradizionali celebrazioni. La Vergine Santa conduca tutti i credenti in Cristo al traguardo della piena unità!

DOPO L’ANGELUS  

Chers frères et souers!

J’accueille avec joie les pèlerins francophones, et plus particulièrement ceux venus du Canada et de France, pour la prière de l’Angélus. J’ai eu la joie d’imposer le pallium aux nouveaux archevêques métropolitains, signe de leur lien particulier de communion avec le Successeur de Pierre. Que l’intercession des Apôtres Pierre et Paul, fêtés aujourd’hui, nous obtienne de grandir dans une fidélité parfaite à l’enseignement de l’Église puisqu’elle reçut par eux la première annonce de la foi. Pierre et Paul ont travaillé, chacun à sa façon selon la grâce reçue, pour rassembler l’unique famille du Christ ! Avec ma Bénédiction apostolique !

I welcome all the English-speaking pilgrims and visitors present in Rome for the Solemnity of Saints Peter and Paul. I extend warm greetings to the Metropolitan Archbishops who received the Pallium in this morning’s celebration, and to all who have travelled to Rome to accompany them on this joyful day. I assure the new Archbishops of my prayers for their pastoral ministry and I encourage all Christians, after the example of Saints Peter and Paul, to let the light of the Gospel shine brightly in their lives. May God bless you all!

Gerne heiße ich am heutigen Fest der Apostel Petrus und Paulus alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache willkommen. Besonders grüße ich die Pilger aus dem Erzbistum Berlin, die zur Überreichung des Palliums an ihren Erzbischof nach Rom gekommen sind. Der Dienst für Jesus Christus beginnt damit, daß man ihn als den Herrn anerkennt und bezeugt. „Du bist der Messias, der Sohn des lebendigen Gottes" (Mt16,16), bekennt Petrus im Kreis der Jünger und im Namen der Jünger. Auf Petrus und sein Bekenntnis baut Christus die Kirche. In Einheit mit dem Nachfolger des Petrus wollen die neuen Erzbischöfe und alle Bischöfe mutig für den Glauben an Christus eintreten. Unterstützt die Hirten der Kirche mit einem lebendigen Glauben und mit eurem Gebet und betet auch für mich und meinen Petrusdienst. Gesegneten Festtag euch allen!

Saludo a los fieles de lengua española que participan en esta oración mariana, en particular a los venidos de Argentina, Guatemala, México, Perú y Venezuela, que acompañan con su afecto y oración a los arzobispos metropolitanos que acaban de recibir el palio en esta solemnidad de san Pedro y san Pablo. Que el ejemplo y la intercesión de los Apóstoles ayude a la Iglesia a dar en la hora presente un fiel y audaz testimonio del Evangelio de la salvación. Que Dios os bendiga.

Uma saudação especial para os Arcebispos do Brasil e de Angola que acabaram de receber o pálio e também para os familiares e amigos que os acompanham: À Virgem Maria confio vossas vidas, famílias e dioceses, para todos implorando o dom do amor e da unidade sobre a rocha de Pedro.

W tym uroczystym dniu pozdrawiam bardzo serdecznie nowych Arcybiskupów metropolitów polskich, którzy rano otrzymali paliusze. Pozdrawiam również wiernych, którzy towarzyszą im swoją obecnością i modlitwą. Niech Święci Apostołowie – Piotr, Skała, na której Chrystus zbudował swój Kościół i Paweł, Apostoł Narodów – wspierają ich pasterską posługę, by prowadzili powierzone im wspólnoty zgodnie z wolą Bożą. Nowymmetropolitom i wamwszystkim z sercabłogosławię.

[In questa giornata solenne saluto cordialmente i nuovi Arcivescovi metropoliti polacchi che questa mattina hanno ricevuto il pallio. Saluto anche i fedeli che li accompagnano con l’affetto e con la preghiera. I Santi Apostoli – Pietro, roccia su cui Cristo ha edificato la Sua Chiesa, e Paolo, l’Apostolo delle Genti – sostengano il ministero di questi Pastori in modo che possano guidare le comunità loro affidate secondo la volontà di Dio. Di cuore benedico i nuovi metropoliti e voi tutti.]

Infine, saluto i pellegrini di lingua italiana, in particolare gli Arcivescovi Metropoliti e quanti li accompagnano, le Suore della Santissima Madre Addolorata, l’Associazione Amici di Santa Veronica, come pure la Pro Loco di Roma e i maestri infioratori, che ringrazio per l’artistico omaggio floreale che possiamo vedere qui accanto alla Piazza.

Sono qui convenuti, per rinnovare sentimenti di profonda comunione e di spirituale vicinanza al Successore di Pietro, i fedeli della Diocesi di Roma con il Cardinale Vicario Agostino Vallini, e i giovani cattolici riunitisi spontaneamente in gruppo attraverso i social network: grazie per la vostra presenza! Cari amici, vi ringrazio cordialmente per questo gesto di affetto e per le vostre iniziative a sostegno del mio ministero e per favorire in ogni ambiente una coraggiosa e attiva testimonianza cristiana. Conto anche sulle vostre preghiere per continuare a servire la Chiesa con la mitezza e la forza dello Spirito Santo.

A tutti auguro una buona festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo! Buona festa a voi tutti. Grazie!

© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana 

Il Papa: Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: una pietra sulla strada, una pietra in cui si può inciampare – in greco skandalon. Appare qui evidente la tensione che esiste tra il dono che proviene dal Signore e le capacità umane; e in questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il dramma della storia dello stesso papato, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi due elementi: da una parte, grazie alla luce e alla forza che vengono dall’alto, il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall’altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l’apertura all’azione di Dio può trasformare


OMELIA DEL SANTO PADRE: VIDEO INTEGRALE

Vedi anche:

Il Rito per l'imposizione dei palli (Osservatore Romano)

Il Cristo del dolore e della speranza. Il dono dell'arcivescovo di Ferrara-Comacchio al Papa (O.R.)

Le chiavi per aprire il Regno dei Cieli. La spada per combattere il male (Cernuzio)

Il Papa e il "pallio" della fraternità (Gaeta)
 

Il Papa agli arcivescovi metropoliti: «Diventiamo noi tutti pastori della Chiesa», «cooperatori della verità», che è «una e sinfonica» (Monteforte)

Il Papa: le forze del male non prevarranno (Giansoldati)


La fraternità cristiana. L'omelia della Santa Messa nella Festa dei Santi Pietro e Paolo (Vian) 

L’occasione di incontrare tanti vescovi autorevoli ha significato per Benedetto XVI estendere le consultazioni avviate sabato scorso (Ansaldo)

Il Papa: le forze del male non prevarranno (Vecchi)

Il Papa: I Santi Pietro e Paolo brillano non solo nel cielo di Roma, ma nel cuore di tutti i credenti (Gagliarducci)

La parola del Papa, il male della discordia, il legame esemplare (Sequeri)
 

Se il Papa parla delle debolezze del Papato (Tornielli)

Il Papa ringrazia la Pro Loco di Roma per l'infiorata di Piazza San Pietro ed il card. Vallini per le presenze di oggi (Izzo)
 


"Solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità". Le celebrazioni per San Pietro e Paolo (Scolozzi)

Santa Messa ed Angelus: servizio di Enzo Romeo

Fratelli nella fede. Le parole del Papa nella solennità dei santi Pietro e Paolo. All’Angelus: “Unità e cattolicità della Chiesa, un tesoro prezioso” (Sir)

Il Papa: continuerò a guidare la Chiesa con mitezza e forza. Agli Ortodossi: avanti verso il traguardo della piena unità. Lombardi: una meravigliosa festa romana d'estate (Izzo)
 

Il Papa: “Il potere distruttivo del male non prevarrà sulla Chiesa”

Il Papa: il potere del male non prevarrà sulla Chiesa

Santi Pietro e Paolo. Il Papa: le forze del male non prevarranno, pregate perché serva la Chiesa con forza e mitezza (R.V.)

Il Papa: La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio


Il Papa: Conto anche sulle vostre preghiere per continuare a servire la Chiesa con la mitezza e la forza dello Spirito Santo (Asca)


Il Papa: la storia del Papato è drammatica per la debolezza degli uomini. La Chiesa non è comunità di perfetti ma di peccatori (Izzo)

Un'unica voce: il coro di Westminster e della Cappella Sistina cantano insieme in San Pietro
 

Il Papa: Pietro e Paolo, solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità (AsiaNews)


Il Papa consegna il pallio anche agli arcivescovi di Venezia, Cagliari e Taranto. Benedetto XVI: le forze del male non avranno il sopravvento sulla Chiesa. La facoltà di infliggere la scomunica è radicata nel Vangelo (Izzo)

Padre Lombardi: Santi Pietro e Paolo, festa dell'unità della Chiesa (Radio Vaticana)

Il Papa agli arcivescovi: sentiamoci tutti insieme cooperatori della verità, la quale - sappiamo - è una e 'sinfonica'
 


Il Papa: la Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell'amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo


Nel giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo, Benedetto XVI consegna il pallio ai nuovi arcivescovi. Tra loro anche tre italiani (Repubblica)

Il Papa impone il pallio a 44 nuovi arcivescovi metropoliti
 

Il coro di Westminster Abbey e la Cappella Musicale Pontificia insieme nella basilica di San Pietro (Hall)



CAPPELLA PAPALE NELLA SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO, 29.06.2012

Alle ore 9 di oggi, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI impone il sacro Pallio, preso dalla Confessione dell’Apostolo Pietro, a 43 nuovi Arcivescovi Metropoliti. Ad altri tre Presuli il sacro Pallio verrà consegnato nelle loro Sedi metropolitane.

Di seguito il Papa presiede la Concelebrazione Eucaristica con i nuovi Arcivescovi Metropoliti.


Come di consueto in occasione della Festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, Patroni della Città di Roma, è presente alla Santa Messa una Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, composta da: Sua Eminenza Emmanuel Adamakis, Metropolita di Francia, Direttore dell’Ufficio della Chiesa ortodossa presso l’Unione Europea; Sua Grazia Ilias Katre, Vescovo di Philomelion (U.S.A,); Rev.do Diacono Paisios Kokkinakis, Codicografo del Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico.


Nel corso della Celebrazione Eucaristica, dopo la lettura del Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:



OMELIA DEL SANTO PADRE

Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!

Siamo riuniti attorno all’altare per celebrare solennemente i santi Apostoli Pietro e Paoloprincipali Patroni della Chiesa di Roma. 
Sono presenti, ed hanno appena ricevuto il Pallio, gli Arcivescovi Metropoliti nominati durante l’ultimo anno, ai quali va il mio speciale e affettuoso saluto. E’ presente anche, inviata da Sua Santità Bartolomeo I, una eminente Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che accolgo con fraterna e cordiale riconoscenza. In spirito ecumenico sono lieto di salutare e ringraziare “The Choir of Westminster Abbey”, che anima la Liturgia assieme alla Cappella Sistina. Saluto anche i Signori Ambasciatori e le Autorità civili: tutti ringrazio per la presenza e per la preghiera.
Davanti alla Basilica di San Pietro, come tutti sanno bene, sono collocate due imponenti statue degli Apostoli Pietro e Paolo, facilmente riconoscibili dalle loro prerogative: le chiavi nella mano di Pietro e la spada tra le mani di Paolo. 
Anche sul portale maggiore della Basilica di San Paolo fuori le mura sono raffigurate insieme scene della vita e del martirio di queste due colonne della Chiesa. La tradizione cristiana da sempre considera san Pietro e san Paolo inseparabili: in effetti, insieme, essi rappresentano tutto il Vangelo di Cristo. 
A Roma, poi, il loro legame come fratelli nella fede ha acquistato un significato particolare. Infatti, la comunità cristiana di questa Città li considerò come una specie di contraltare dei mitici Romolo e Remo, la coppia di fratelli a cui si faceva risalire la fondazione di Roma. 
Si potrebbe pensare anche a un altro parallelismo oppositivo, sempre sul tema della fratellanza: mentre, cioè, la prima coppia biblica di fratelli ci mostra l’effetto del peccato, per cui Caino uccide Abele, Pietro e Paolo, benché assai differenti umanamente l’uno dall’altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico reso possibile proprio dalla grazia del Vangelo di Cristo operante in loro. 
Solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità: ecco il primo fondamentale messaggio che la solennità odierna consegna a ciascuno di noi, e la cui importanza si riflette anche sulla ricerca di quella piena comunione, cui anelano il Patriarca ecumenico e il Vescovo di Roma, come pure tutti i cristiani.
Nel brano del Vangelo di san Matteo che abbiamo ascoltato poco fa, Pietro rende la propria confessione di fede a Gesù riconoscendolo come Messia e Figlio di Dio; lo fa anche a nome degli altri Apostoli. In risposta, il Signore gli rivela la missione che intende affidargli, quella cioè di essere la «pietra», la «roccia», il fondamento visibile su cui è costruito l’intero edificio spirituale della Chiesa (cfr Mt 16,16-19). 
Ma in che modo Pietro è la roccia? Come egli deve attuare questa prerogativa, che naturalmente non ha ricevuto per se stesso? 
Il racconto dell’evangelista Matteo ci dice anzitutto che il riconoscimento dell’identità di Gesù pronunciato da Simone a nome dei Dodici non proviene «dalla carne e dal sangue», cioè dalle sue capacità umane, ma da una particolare rivelazione di Dio Padre. 
Invece subito dopo, quando Gesù preannuncia la sua passione, morte e risurrezione, Simon Pietro reagisce proprio a partire da «carne e sangue»: egli «si mise a rimproverare il Signore: … questo non ti accadrà mai» (16,22). 
E Gesù a sua volta replicò: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo...» (v. 23). 
Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: una pietra sulla strada, una pietra in cui si può inciampare – in greco skandalon.  Appare qui evidente la tensione che esiste tra il dono che proviene dal Signore e le capacità umane; e in questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il dramma della storia dello stesso papato, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi due elementi: da una parte, grazie alla luce e alla forza che vengono dall’alto, il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall’altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l’apertura all’azione di Dio può trasformare.
E nel Vangelo di oggi emerge con forza la chiara promessa di Gesù: «le porte degli inferi», cioè le forze del male, non potranno avere il sopravvento, «non prevalebunt». Viene alla mente il racconto della vocazione del profeta Geremia, al quale il Signore, affidando la missione, disse: «Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,18-19).
In realtà, la promessa che Gesù fa a Pietro è ancora più grande di quelle fatte agli antichi profeti: questi, infatti, erano minacciati solo dai nemici umani, mentre Pietro dovrà essere difeso dalle «porte degli inferi», dal potere distruttivo del male. Geremia riceve una promessa che riguarda lui come persona e il suo ministero profetico; Pietro viene rassicurato riguardo al futuro della Chiesa, della nuova comunità fondata da Gesù Cristo e che si estende a tutti i tempi, al di là dell’esistenza personale di Pietro stesso.
Passiamo ora al simbolo delle chiavi, che abbiamo ascoltato nel Vangelo. Esso rimanda all’oracolo del profeta Isaia sul funzionario Eliakìm, del quale è detto: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire» (Is 22,22). 
La chiave rappresenta l’autorità sulla casa di Davide. E nel Vangelo c’è un’altra parola di Gesù rivolta agli scribi e ai farisei, ai quali il Signore rimprovera di chiudere il regno dei cieli davanti agli uomini (cfr Mt 23,13). Anche questo detto ci aiuta a comprendere la promessa fatta a Pietro: a lui, in quanto fedele amministratore del messaggio di Cristo, spetta di aprire la porta del Regno dei Cieli, e di giudicare se accogliere o respingere (cfr Ap 3,7). 
Le due immagini – quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere – esprimono pertanto significati simili e si rafforzano a vicenda. L’espressione «legare e sciogliere» fa parte del linguaggio rabbinico e allude da un lato alle decisioni dottrinali, dall’altro al potere disciplinare, cioè alla facoltà di infliggere e di togliere la scomunica. Il parallelismo «sulla terra … nei cieli» garantisce che le decisioni di Pietro nell’esercizio di questa sua funzione ecclesiale hanno valore anche davanti a Dio.
Nel capitolo 18 del Vangelo secondo Matteo, dedicato alla vita della comunità ecclesiale, troviamo un altro detto di Gesù rivolto ai discepoli: «In verità vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo» (Mt 18,18). E san Giovanni, nel racconto dell’apparizione di Cristo risorto in mezzo agli Apostoli alla sera di Pasqua, riporta questa parola del Signore: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). 
Alla luce di questi parallelismi, appare chiaramente che l’autorità di sciogliere e di legare consiste nel potere di rimettere i peccati. 
E questa grazia, che toglie energia alle forze del caos e del male, è nel cuore del ministero della Chiesa. Essa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell’amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo. 
I detti di Gesù sull’autorità di Pietro e degli Apostoli lasciano trasparire proprio che il potere di Dio è l’amore, l’amore che irradia la sua luce dal Calvario. Così possiamo anche comprendere perché, nel racconto evangelico, alla confessione di fede di Pietro fa seguito immediatamente il primo annuncio della passione: in effetti, Gesù con la sua morte ha vinto le potenze degli inferi, nel suo sangue ha riversato sul mondo un fiume immenso di misericordia, che irriga con le sue acque risanatrici l’umanità intera.
Cari fratelli, come ricordavo all’inizio, la tradizione iconografica raffigura san Paolo con la spada, e noi sappiamo che questa rappresenta lo strumento con cui egli fu ucciso. Leggendo, però, gli scritti dell’Apostolo delle genti, scopriamo che l’immagine della spada si riferisce a tutta la sua missione di evangelizzatore. Egli, ad esempio, sentendo avvicinarsi la morte, scrive a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia» (2 Tm 4,7). Non certo la battaglia di un condottiero, ma quella di un annunciatore della Parola di Dio, fedele a Cristo e alla sua Chiesa, a cui ha dato tutto se stesso. 
E proprio per questo il Signore gli ha donato la corona di gloria e lo ha posto, insieme con Pietro, quale colonna nell’edificio spirituale della Chiesa.
Cari Metropoliti: il Pallio che vi ho conferito vi ricorderà sempre che siete stati costituiti nel e per il grande mistero di comunione che è la Chiesa, edificio spirituale costruito su Cristo pietra angolare e, nella sua dimensione terrena e storica, sulla roccia di Pietro. 
Animati da questa certezza, sentiamoci tutti insieme cooperatori della verità, la quale – sappiamo – è una e «sinfonica», e richiede da ciascuno di noi e dalle nostre comunità l’impegno costante della conversione all’unico Signore nella grazia dell’unico Spirito. 
Ci guidi e ci accompagni sempre nel cammino della fede e della carità la Santa Madre di Dio. Regina degli Apostoli, prega per noi! 
Amen.

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giovedì 28 giugno 2012

Il Papa agli Ortodossi: La festa dei Santi Pietro e Paolo ci dà la possibilità di ringraziare insieme il Signore per le opere straordinarie che Egli ha compiuto e continua a compiere attraverso gli Apostoli nella vita della Chiesa. È la loro predicazione, suggellata dalla testimonianza del martirio, il fondamento saldo e perenne su cui si edifica la Chiesa, ed è nella fedeltà al deposito della fede da essi trasmesso che troviamo le radici della comunione che già sperimentiamo tra noi



IL RIAVVICINAMENTO FRA CATTOLICI E ORTODOSSI

SOLENNITA' DEI SANTI PIETRO E PAOLO (29 GIUGNO): LO SPECIALE DEL BLOG
 

Vedi anche:

Alle radici della comunione. Il Papa alla delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli (O.R.) 

Sarà beatificato don Pino Puglisi, il Papa ha autorizzato il decreto

Il Papa alla delegazione del Patriarcato di Costantinopoli: Dio onnipotente ci doni una comunione sempre più piena secondo la sua volontà

Il Papa: Cattolici e Ortodossi proseguano il cammino verso la piena unità (AsiaNews)

Il Papa alla delegazione del Patriarcato ecumenico: proseguire la nuova fase iniziata con il Concilio (Radio Vaticana)



UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DEL PATRIARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO, 28.06.2012

Alle ore 11 di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza la Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, giunta come da tradizione a Roma in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
La Delegazione inviata da S.S. Bartolomeo I è composta da: Sua Eminenza Emmanuel Adamakis, Metropolita di Francia, Direttore dell’Ufficio della Chiesa ortodossa presso l’Unione Europea; Sua Grazia Ilias Katre, Vescovo di Philomelion (U.S.A.); Rev.do Diacono Paisios Kokkinakis, Codicografo del Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Santo Padre rivolge ai Membri della Delegazione, poi invitati a colazione a fine mattinata:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

"Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome" (Sal 34,4)

Cari fratelli in Cristo,

In questa gioiosa circostanza della Festa dei Santi Pietro e Paolo, patroni della Città e della Chiesa di Roma, mi è particolarmente gradito accogliervi con le parole del Salmo che saranno cantate nella solenne liturgia eucaristica in onore di questi due grandi Apostoli e Martiri. Formulandovi un caloroso benvenuto, vi chiedo di riferire a Sua Santità Bartolomeo I e al Santo Sinodo i sentimenti del mio affetto fraterno e della mia viva gratitudine per avere voluto inviare anche quest'anno degni rappresentanti a partecipare a questa nostra celebrazione, e di porgere un cordiale saluto al clero, ai monaci e ai fedeli tutti del Patriarcato Ecumenico.
La vostra presenza qui a Roma in occasione della festività liturgica dei Santi Pietro e Paolo ci offre una speciale opportunità di elevare il nostro canto di lode per le meraviglie che la grazia divina, da cui proviene ogni bene, ha compiuto nella vita dei due Apostoli, rendendoli degni di entrare trionfanti nella gloria celeste dopo essere passati per il lavacro rigenerante del martirio. La festa dei Santi Pietro e Paolo, inoltre, ci dà la possibilità di ringraziare insieme il Signore per le opere straordinarie che Egli ha compiuto e continua a compiere attraverso gli Apostoli nella vita della Chiesa. È la loro predicazione, suggellata dalla testimonianza del martirio, il fondamento saldo e perenne su cui si edifica la Chiesa, ed è nella fedeltà al deposito della fede da essi trasmesso che troviamo le radici della comunione che già sperimentiamo tra noi.
Venerati fratelli, in questo nostro odierno incontro, mentre affidiamo all'intercessione dei gloriosi Apostoli e Martiri Pietro e Paolo la nostra supplica perché il Signore, ricco di misericordia, ci conceda di giungere presto al giorno beato in cui potremo condividere la mensa eucaristica, eleviamo le nostre voci nell'inno di lode a Dio per il cammino di pace e di riconciliazione che Egli ci dona di percorrere insieme. 
Quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, che sarà celebrata solennemente il prossimo 11 ottobre. È proprio in concomitanza con questo Concilio, al quale, come ben sapete, erano presenti alcuni rappresentanti del Patriarcato Ecumenico in qualità di Delegati fraterni, che ebbe inizio una nuova importante fase delle relazioni tra le nostre Chiese. Vogliamo lodare il Signore innanzitutto per la riscoperta della profonda fraternità che ci lega, e anche per il cammino percorso in questi anni dalla Commissione Mista Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa nel suo insieme, con l’auspicio che anche nella fase attuale si possano fare dei progressi.
Richiamando l'anniversario del Concilio Vaticano II, mi sembra doveroso ricordare la figura e l'attività dell'indimenticabile Patriarca Ecumenico Athenagoras, di cui tra qualche giorno ricorrerà il quarantesimo anniversario della scomparsa. Il Patriarca Athenagoras, insieme al Beato Papa Giovanni XXIII e al Servo di Dio Papa Paolo VI, animati da quella passione per l'unità della Chiesa che sgorga dalla fede in Cristo Signore, si fecero promotori di coraggiose iniziative che aprirono la strada a rinnovate relazioni tra il Patriarcato ecumenico e la Chiesa cattolica. È per me motivo di particolare gioia costatare come Sua Santità Bartolomeo I segua, con rinnovata fedeltà e feconda creatività, il cammino tracciato dai suoi Predecessori i Patriarchi Athenagoras e Dimitrios, distinguendosi a livello internazionale per la sua apertura al dialogo tra i cristiani e per l'impegno al servizio dell'annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo.
Eminenza, cari membri della delegazione, ringraziandovi ancora una volta per la vostra presenza qui in mezzo a noi, vi assicuro della mia preghiera perché il Signore conceda salute e forza a Sua Santità Bartolomeo I e dia prosperità e pace al Patriarcato Ecumenico. Dio onnipotente ci faccia il dono di una comunione sempre più piena secondo la Sua volontà, perché «con un cuore solo ed un'anima sola» (At 4,32) possiamo sempre esaltare il Suo nome.

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