sabato 18 febbraio 2012

Il Papa ai cardinali: Il dono totale di sé offerto da Cristo sulla croce sia per voi principio, stimolo e forza per una fede che opera nella carità. La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo «in Cristo», risponda alla sua logica e non a quella del mondo, sia illuminata dalla fede e animata dalla carità che provengono a noi dalla Croce gloriosa del Signore


CONCISTORI PER LA CREAZIONE DI NUOVI CARDINALI: LO SPECIALE DEL BLOG

COMPLOTTI CONTRO IL PAPA, FUGA DI NOTIZIE, CORVI E TALPE IN VATICANO, TRADIMENTI DI CARDINALI E VESCOVI: LO SPECIALE DEL BLOG

Libretto della Celebrazione

CONCISTORO: VIDEO INTEGRALE

ALLOCUZIONE DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

LA GRANDE LEZIONE DEL PAPA AI CARDINALI (R.)

Vedi anche:

Il Papa invita la sua Chiesa a un bagno di umiltà. Le sue parole sono risuonate come una sferzata sul collegio cardinalizio (Tornielli)

Il concistoro ha aperto la strada a due fondamentali direttrici di marcia che la chiesa di Benedetto si trova oggi davanti: l`impegno per la nuova evangelizzazione e l`appuntamento storico del mezzo secolo dall`inizio del Concilio (Scelzo)

Anche oggi intorno alla Chiesa si sviluppano interessi materiali, che attirano comportamenti illeciti e suscitano atteggiamenti conflittuali. Benedetto XVI ha esplicitamente ammonito a cercare la via del rigore e della trasparenza (Giovagnoli)

Il discorso "potente" del Papa ai cardinali nel commento di Caterina Maniaci

Il Papa ai cardinali: non inseguite potere e gloria (Giansoldati)

Il Papa chiede più fedeltà, trasparenza e preghiere per continuare nell'operazione trasparenza. Il commento di Salvatore Izzo

Quelle voci messe a tacere. Nel discorso pronunciato di fronte ai neoporporati Ratzinger smentisce indirettamente l’ipotesi dimissioni (Tornielli)

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Il Papa ai cardinali: Rispondete alla logica di Gesù, non del mondo (Galeazzi)

Concistoro, un rito ricco di simboli (Osservatore Romano)

Politi estrapola una mia frase dal contesto e ci cita in un suo articolo

Il Papa ai cardinali: Disponibilità a offrire il proprio sangue, con il «coraggio dei martiri». «Non è lo stile mondano del potere e della gloria» (Cottone)

Dal Papa un richiamo forte al «servizio dell'amore» contro ogni tentazione di carrierismo

Nella guerra dei Sacri Palazzi il Papa si fida solo di padre Georg (Rodari)

Il Papa: «Pregate per me, affinché possa sempre offrire al Popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa» (Chirri)

Sette nuovi santi il prossimo 21 ottobre (O.R.)

La lucida consapevolezza del Papa di quanto sta avvenendo nella Chiesa (Franco)

Guerra fra porporati italiani e stranieri? Il commento di Ansaldo

La sferzata del Papa ai cardinali: non seguite potere e gloria (Vecchi)

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Il Papa ai cardinali: vi è chiesto di servire la Chiesa con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con la fedeltà e il coraggio dei martiri

Concistoro, il Papa: i cardinali devono servire la Chiesa con amore e vigore. Siano fedeli fino all'effusione del sangue. Non c'è dubbio sulla scelta fra dominio e servizio (Izzo)

Concistoro, quel filo rosso. Il legame a Cristo, passa nella storia, attraverso il legame a Pietro (Sir)

Il Papa ai fedeli: Pregate anche per me affinchè possa sempre offrire al Popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa (Izzo)

Il Papa crea 22 nuovi cardinali: servizio di Marina Ricci

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CONCISTORO: FOTO ANSA

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Concistoro, il Papa crea 22 nuovi cardinali: siate servitori della Chiesa limpidi e coraggiosi (R.V.)

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Il Papa ai cardinali: no alla logica del potere e della gloria. Alla fine del suo discorso Benedetto XVI fa capire che non intende dimettersi (Tornielli)

Lezione del Papa ai cardinali (Galeazzi)

Il Papa ai nuovi cardinali: La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo 'in Cristo', risponda alla sua logica e non a quella del mondo

Sempre e solo in Cristo. Il Papa indica ai 22 nuovi Cardinali la missione nella Chiesa e nel mondo (Sir)

Il Papa sta spiegando ai cardinali qual è il loro compito. Tutti avranno aperto bene le orecchie?

CONCISTORO ORDINARIO PUBBLICO PER LA CREAZIONE DI VENTIDUE NUOVI CARDINALI E PER IL VOTO SU ALCUNE CAUSE DI CANONIZZAZIONE, 18.02.2012

Alle ore 10.30 di questa mattina, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI tiene un Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di 22 nuovi Cardinali e per il voto su alcune Cause di Canonizzazione.
In apertura di Concistoro, dopo il saluto, l’orazione e la proclamazione del Vangelo (Mc 10, 32-45) il Papa tiene la sua allocuzione.
Quindi il Santo Padre legge la formula di creazione e proclama solennemente i nomi dei nuovi Cardinali, annunciandone l’Ordine presbiterale o diaconale.
Il Rito prosegue con la professione di fede dei nuovi Cardinali davanti al popolo di Dio e il giuramento di fedeltà e obbedienza al Papa e ai Suoi successori.
I nuovi Cardinali, secondo l’ordine di creazione, si inginocchiano poi dinanzi al Santo Padre che impone loro la Berretta cardinalizia, consegna l’anello e assegna a ciascuno una chiesa di Roma quale segno di partecipazione alla sollecitudine pastorale del Santo Padre nell’Urbe. Dopo la consegna della Bolla di creazione cardinalizia e di assegnazione del Titolo o della Diaconia, il Santo Padre Benedetto XVI scambia con ciascun neo Cardinale l’abbraccio di pace.
Al termine del rito il Santo Padre Benedetto XVI tiene Concistoro Ordinario Pubblico per la Canonizzazione di sette Beati.
Di seguito riportiamo l’allocuzione che il Santo Padre pronuncia nel corso del Concistoro:


ALLOCUZIONE DEL SANTO PADRE

«Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam».

Venerati Fratelli,
cari fratelli e sorelle!


Con queste parole il canto d’ingresso ci ha introdotto nel solenne e suggestivo rito del Concistoro ordinario pubblico per la creazione dei nuovi Cardinali, l’imposizione della berretta, la consegna dell’anello e l’assegnazione del titolo. Sono le parole efficaci con le quali Gesù ha costituito Pietro quale saldo fondamento della Chiesa. Di tale fondamento la fede rappresenta il fattore qualificativo: infatti Simone diventa Pietro – roccia – in quanto ha professato la sua fede in Gesù Messia e Figlio di Dio. Nell’annuncio di Cristo la Chiesa viene legata a Pietro e Pietro viene posto nella Chiesa come roccia; ma colui che edifica la Chiesa è Cristo stesso, Pietro deve essere un elemento particolare della costruzione. Deve esserlo mediante la fedeltà alla sua confessione fatta presso Cesarea di Filippo, in forza dell’affermazione: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

Le parole rivolte da Gesù a Pietro mettono bene in risalto il carattere ecclesiale dell’odierno evento. I nuovi Cardinali, infatti, tramite l’assegnazione del titolo di una chiesa di questa Città o di una Diocesi suburbicaria, vengono inseriti a tutti gli effetti nella Chiesa di Roma guidata dal Successore di Pietro, per cooperare strettamente con lui nel governo della Chiesa universale. Questi cari Confratelli, che fra poco entreranno a far parte del Collegio Cardinalizio, si uniranno con nuovi e più forti legami non solo al Romano Pontefice ma anche all’intera comunità dei fedeli sparsa in tutto il mondo.

Nello svolgimento del loro particolare servizio a sostegno del ministero petrino, i neo-porporati saranno infatti chiamati a considerare e valutare le vicende, i problemi e i criteri pastorali che toccano la missione di tutta la Chiesa. In questo delicato compito sarà loro di esempio e di aiuto la testimonianza di fede resa con la vita e con la morte dal Principe degli Apostoli, il quale, per amore di Cristo, ha donato tutto se stesso fino all’estremo sacrificio.
E’ con questo significato che è da intendere anche l’imposizione della berretta rossa.

Ai nuovi Cardinali è affidato il servizio dell’amore: amore per Dio, amore per la sua Chiesa, amore per i fratelli con una dedizione assoluta e incondizionata, fino all’effusione del sangue, se necessario, come recita la formula di imposizione della berretta e come indica il colore rosso degli abiti indossati. A loro, inoltre, è chiesto di servire la Chiesa con amore e vigore, con la limpidezza e la sapienza dei maestri, con l’energia e la fortezza dei pastori, con la fedeltà e il coraggio dei martiri. Si tratta di essere eminenti servitori della Chiesa che trova in Pietro il visibile fondamento dell’unità.

Nel brano evangelico poc’anzi proclamato, Gesù si presenta come servo, offrendosi quale modello da imitare e da seguire. Dallo sfondo del terzo annuncio della passione, morte e risurrezione del Figlio dell’uomo, si stacca con stridente contrasto la scena dei due figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, che inseguono ancora sogni di gloria accanto a Gesù. Essi gli chiesero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10,37). Folgorante è la replica di Gesù e inatteso il suo interrogativo: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo?» (v. 38).

L’allusione è chiarissima: il calice è quello della passione, che Gesù accetta per attuare la volontà del Padre. Il servizio a Dio e ai fratelli, il dono di sé: questa è la logica che la fede autentica imprime e sviluppa nel nostro vissuto quotidiano e che non è invece lo stile mondano del potere e della gloria.

Giacomo e Giovanni con la loro richiesta mostrano di non comprendere la logica di vita che Gesù testimonia, quella logica che - secondo il Maestro - deve caratterizzare il discepolo, nel suo spirito e nelle sue azioni.

E la logica errata non abita solo nei due figli di Zebedeo perché, secondo l’evangelista, contagia anche «gli altri dieci» apostoli che «cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni» (v. 41). Si indignano, perché non è facile entrare nella logica del Vangelo e lasciare quella del potere e della gloria. San Giovanni Crisostomo afferma che tutti gli apostoli erano ancora imperfetti, sia i due che vogliono innalzarsi sopra i dieci, sia gli altri che hanno invidia di loro (cfr Commento a Matteo, 65, 4: PG 58, 622). E commentando i passi paralleli nel Vangelo secondo Luca, san Cirillo di Alessandria aggiunge: «I discepoli erano caduti nella debolezza umana e stavano discutendo l’un l’altro su chi fosse il capo e superiore agli altri … Questo è accaduto e ci è stato raccontato per il nostro vantaggio… Quanto è accaduto ai santi Apostoli può rivelarsi per noi un incentivo all’umiltà» (Commento a Luca, 12, 5, 24: PG 72, 912). Questo episodio dà modo a Gesù di rivolgersi a tutti i discepoli e «chiamarli a sé», quasi per stringerli a sé, a formare come un corpo unico e indivisibile con Lui e indicare qual è la strada per giungere alla vera gloria, quella di Dio: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti» (Mc 10,42-44).

Dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e gratuità: queste logiche profondamente contrastanti si confrontano in ogni tempo e in ogni luogo. Non c’è alcun dubbio sulla strada scelta da Gesù: Egli non si limita a indicarla con le parole ai discepoli di allora e di oggi, ma la vive nella sua stessa carne.

Spiega infatti: «Anche il Figlio dell’uomo non è venuto a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti» (v. 45). Queste parole illuminano con singolare intensità l’odierno Concistoro pubblico. Esse risuonano nel profondo dell’anima e rappresentano un invito e un richiamo, una consegna e un incoraggiamento specialmente per voi, cari e venerati Fratelli che state per essere annoverati nel Collegio Cardinalizio.
Secondo la tradizione biblica, il Figlio dell’uomo è colui che riceve il potere e il dominio da Dio. Così nel Libro di Daniele (cfr Dn 7,13s). Gesù interpreta la sua missione sulla terra sovrapponendo alla figura del Figlio dell’uomo quella del Servo sofferente, descritto da Isaia (cfr Is 53,1-12). Egli riceve il potere e la gloria solo in quanto «servo»; ma è servo in quanto accoglie su di sé il destino di dolore e di peccato di tutta l’umanità. Il suo servizio si attua nella fedeltà totale e nella responsabilità piena verso gli uomini. Per questo la libera accettazione della sua morte violenta diventa il prezzo di liberazione per molti, diventa l’inizio e il fondamento della redenzione di ciascun uomo e dell’intero genere umano.

Cari Fratelli che state per essere annoverati nel Collegio Cardinalizio! Il dono totale di sé offerto da Cristo sulla croce sia per voi principio, stimolo e forza per una fede che opera nella carità. La vostra missione nella Chiesa e nel mondo sia sempre e solo «in Cristo», risponda alla sua logica e non a quella del mondo, sia illuminata dalla fede e animata dalla carità che provengono a noi dalla Croce gloriosa del Signore.

Sull’anello che tra poco vi consegnerò, sono raffigurati i santi Pietro e Paolo, con al centro una stella che evoca la Madonna. Portando questo anello, voi siete richiamati quotidianamente a ricordare la testimonianza che i due Apostoli hanno dato a Cristo fino alla morte per martirio qui a Roma, fecondando così la Chiesa con il loro sangue. Mentre il richiamo alla Vergine Maria, sarà sempre per voi un invito a seguire colei che fu salda nella fede e umile serva del Signore.
Concludendo questa breve riflessione, vorrei rivolgere il mio cordiale saluto e ringraziamento a tutti voi presenti, in particolare alle Delegazioni ufficiali di vari Paesi e alle Rappresentanze di numerose Diocesi. I nuovi Cardinali, nel loro servizio, sono chiamati a rimanere sempre fedeli a Cristo, lasciandosi guidare unicamente dal suo Vangelo.

Cari fratelli e sorelle, pregate perché in essi possa rispecchiarsi al vivo il nostro unico Pastore e Maestro, il Signore Gesù, fonte di ogni sapienza, che indica la strada a tutti. E pregate anche per me, affinché possa sempre offrire al Popolo di Dio la testimonianza della dottrina sicura e reggere con mite fermezza il timone della santa Chiesa. Amen.

© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

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