domenica 7 novembre 2010

Il Papa si congeda dalla Spagna:Rientro a Roma dopo aver visitato solo due luoghi della vostra meravigliosa terra. Ciò nonostante, con la preghiera e il pensiero ho desiderato abbracciare tutti gli spagnoli, senza eccezione alcuna, e tanti altri che vivono in mezzo a voi senza essere nati qui

VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELLONA (6 - 7 NOVEMBRE 2010): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL SANTO PADRE A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELLONA

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A SANTIAGO DE COMPOSTELA E BARCELONA (6 - 7 NOVEMBRE 2010), 06.11.2010

CERIMONIA DI CONGEDO ALL’AEROPORTO INTERNAZIONALE DI BARCELONA

Terminato l’incontro privato del Santo Padre Benedetto XVI con il Presidente del Governo, Sig. José Luis Rodriguez Zapatero, nel grande hangar del nuovo terminal dell’aeroporto ha luogo la cerimonia di congedo, alla presenza delle Loro Maestà i Reali di Spagna.
Dopo l’esecuzione degli inni nazionali, gli onori militari, e il discorso di Sua Maestà il Re Juan Carlos I, il Papa pronuncia il discorso che pubblichiamo di seguito:


DISCORSO DEL SANTO PADRE

Maestà,
Signor Cardinale Arcivescovo di Barcellona,
Signor Cardinale Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola,
Signori Cardinali e Fratelli nell’Episcopato,
Signor Presidente del Governo,
Distinte Autorità Nazionali, Regionali e Locali,
Cari fratelli e sorelle,
Amici tutti.


Moltissime grazie. Desidererei che queste brevi parole potessero racchiudere i sentimenti di gratitudine che porto nel cuore nel concludere la mia visita a Santiago di Compostela e a Barcellona. Moltissime grazie, Maestà, per aver voluto essere qui presenti. Sono riconoscente per le cortesi parole che Vostra Maestà ha avuto la gentilezza di rivolgermi e che sono espressione dell’affetto di questo nobile popolo verso il Successore di Pietro. Insieme, voglio manifestare la mia cordiale gratitudine alle Autorità che ci accompagnano, ai Signori Arcivescovi di Santiago di Compostela e di Barcellona, all’Episcopato spagnolo e a tante persone che, senza risparmiare sacrifici, hanno collaborato perché questo viaggio riuscisse felicemente. Ringrazio vivamente per tutte le continue e delicate attenzioni che avete riservato in questi giorni al Papa, e che mettono in rilievo l’ospitalità e l’accoglienza delle genti di queste terre, tanto vicine al mio cuore.

A Compostela ho voluto unirmi, come un pellegrino tra gli altri, alle tante persone della Spagna, dell’Europa e di altri luoghi del mondo che giungono alla tomba dell’Apostolo per rafforzare la propria fede e ricevere il perdono e la pace. Come successore di Pietro, sono inoltre venuto per confermare i miei fratelli nella fede. Quella fede che agli albori del cristianesimo giunse a queste terre e si radicò tanto profondamente che è venuta forgiando lo spirito, le usanze, l’arte e il carattere delle genti che vi abitano. Preservare e accrescere questo ricco patrimonio spirituale, è segno non solo dell’amore di un Paese verso la propria storia e cultura, ma è anche una via privilegiata per trasmettere alle giovani generazioni quei valori fondamentali tanto necessari per edificare un futuro di convivenza armoniosa e solidale.

Le strade che attraversavano l’Europa per raggiungere Santiago erano molto diverse tra loro, ciascuna con la propria lingua e le proprie peculiarità, ma la fede era la stessa. C’era un linguaggio comune, il Vangelo di Cristo. In qualsiasi luogo, il pellegrino poteva sentirsi come a casa sua. Al di là delle differenze nazionali, era consapevole di essere membro di una grande famiglia, alla quale appartenevano gli altri pellegrini e abitanti che incontrava sul suo cammino. Che questa fede trovi nuovo vigore in questo Continente, e si trasformi in fonte di ispirazione, facendo crescere la solidarietà e il servizio verso tutti, specialmente i gruppi umani e le Nazioni più bisognose.

A Barcellona, ho avuto l’immensa gioia di dedicare la Basilica della Sacra Famiglia, che Gaudí concepì come una lode in pietra a Dio, e ho visitato anche una significativa istituzione ecclesiale di carattere benefico e sociale. Sono come due simboli, nella Barcellona di oggi, della fecondità di quella stessa fede, che segnò anche le profondità di questo popolo e che, attraverso la carità e la bellezza del mistero di Dio, contribuisce a creare una società più degna dell’uomo. In effetti, la bellezza, la santità e l’amore di Dio portano l’uomo a vivere nel mondo con speranza.

Rientro a Roma dopo aver visitato solo due luoghi della vostra meravigliosa terra. Ciò nonostante, con la preghiera e il pensiero ho desiderato abbracciare tutti gli spagnoli, senza eccezione alcuna, e tanti altri che vivono in mezzo a voi senza essere nati qui. Porto tutti nel mio cuore e prego per tutti, in particolare per coloro che soffrono, e li metto sotto la protezione materna di Maria Santissima, tanto venerata e invocata in Galizia, in Catalogna e nelle altre regioni della Spagna. A Lei chiedo anche che vi ottenga dall’Altissimo copiosi doni celesti, che vi aiutino a vivere come una sola famiglia, guidati dalla luce della fede. Vi benedico nel nome del Signore. Con il suo aiuto, ci rivedremo a Madrid il prossimo anno, per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù. Arrivederci.

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana

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