lunedì 1 novembre 2010

Il Papa: La santità, imprimere Cristo in se stessi, è lo scopo di vita del Cristiano. La separazione dagli affetti terreni è certo dolorosa, ma non dobbiamo temerla, perché essa, accompagnata dalla preghiera di suffragio della Chiesa, non può spezzare il legame profondo che ci unisce in Cristo

SOLENNITA' DI TUTTI I SANTI: LO SPECIALE DEL BLOG

ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Le parole del Papa all'Angelus nel servizio di Rome Reports

Angelus: video Repubblica tv



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Il Papa: La separazione dagli affetti terreni è certo dolorosa, ma non dobbiamo temerla, perchè essa, accompagnata dalla preghiera di suffragio della Chiesa, non può spezzare il legame profondo che ci unisce in Cristo

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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 01.11.2010

Alle ore 12 di oggi, Solennità di tutti i Santi, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:


PRIMA DELL’ANGELUS

Cari fratelli e sorelle!

La solennità di Tutti i Santi, che oggi celebriamo, ci invita ad innalzare lo sguardo al Cielo e a meditare sulla pienezza della vita divina che ci attende.
Siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato” (1Gv 3,2): con queste parole l’apostolo Giovanni ci assicura la realtà del nostro profondo legame con Dio, come pure la certezza della nostra sorte futura. Come figli amati, perciò, riceviamo anche la grazia per sopportare le prove di questa esistenza terrena – la fame e sete di giustizia, le incomprensioni, le persecuzioni (cfr Mt 5,3-11) – e, nel contempo, ereditiamo fin da ora ciò che è promesso nelle beatitudini evangeliche, “nelle quali risplende la nuova immagine del mondo e dell’uomo che Gesù inaugura” (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Milano 2007, 95).

La santità, imprimere Cristo in sé stessi, è lo scopo di vita del cristiano.

Il beato Antonio Rosmini scrive: “Il Verbo aveva impresso se stesso nelle anime dei suoi discepoli col suo aspetto sensibile … e con le sue parole … aveva dato ai suoi quella grazia … con la quale l’anima percepisce immediatamente il Verbo” (Antropologia soprannaturale, Roma 1983, 265-266). E noi pregustiamo il dono e la bellezza della santità ogni volta che partecipiamo alla Liturgia eucaristica, in comunione con la “moltitudine immensa” degli spiriti beati, che in Cielo acclamano in eterno la salvezza di Dio e dell’Agnello (cfr Ap 7,9-10). “Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino” (Enc. Deus caritas est, 42).

Consolati da questa comunione della grande famiglia dei santi, domani commemoreremo tutti i fedeli defunti. La liturgia del 2 novembre e il pio esercizio di visitare i cimiteri ci ricordano che la morte cristiana fa parte del cammino di assimilazione a Dio e scomparirà quando Dio sarà tutto in tutti.

La separazione dagli affetti terreni è certo dolorosa, ma non dobbiamo temerla, perché essa, accompagnata dalla preghiera di suffragio della Chiesa, non può spezzare il legame profondo che ci unisce in Cristo.

Al riguardo, san Gregorio di Nissa affermava: “Chi ha creato ogni cosa nella sapienza, ha dato questa disposizione dolorosa come strumento di liberazione dal male e possibilità di partecipare ai beni sperati” (De mortuis oratio, IX, 1, Leiden 1967, 68).

Cari amici, l’eternità non è “un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ma qualcosa come il momento colmo di appagamento, in cui la totalità ci abbraccia e noi abbracciamo la totalità” (Enc. Spe salvi, 12).

Alla Vergine Maria, guida sicura alla santità, affidiamo il nostro pellegrinaggio verso la patria celeste, mentre invochiamo la sua materna intercessione per il riposo eterno di tutti i nostri fratelli e sorelle che si sono addormentati nella speranza della risurrezione.

DOPO L’ANGELUS

Ieri sera, in un gravissimo attentato nella cattedrale siro-cattolica di Bagdad, ci sono state decine di morti e feriti, fra i quali due sacerdoti e un gruppo di fedeli riuniti per la Santa Messa domenicale. Prego per le vittime di questa assurda violenza, tanto più feroce in quanto ha colpito persone inermi, raccolte nella casa di Dio, che è casa di amore e di riconciliazione. Esprimo inoltre la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, nuovamente colpita, e incoraggio pastori e fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza. Davanti agli efferati episodi di violenza, che continuano a dilaniare le popolazioni del Medio Oriente, vorrei infine rinnovare il mio accorato appello per la pace: essa è dono di Dio, ma è anche il risultato degli sforzi degli uomini di buona volontà, delle istituzioni nazionali e internazionali. Tutti uniscano le loro forze affinché termini ogni violenza!

La prière de l’Angelus me donne la joie de saluer les pèlerins francophones, particulièrement ceux venus de Poitiers! En la solennité de tous les saints, nous adorons le Dieu trois fois saint, en union avec la foule immense de ceux qui, après avoir mis leurs pas dans ceux du Christ, contemplent sa gloire et intercèdent pour nous. À la suite de tous les saints, puissions-nous marcher résolument sur les chemins de la foi, de l’espérance et de la charité vers la Jérusalem d’en haut. Bonne fête de la Toussaint à tous!

I am pleased to greet the English-speaking visitors present at this Angelus prayer, in particular those from the United States. Today we celebrate the Feast of All Saints, recalling the example of all those who now live for ever in the presence of God. Nor let us forget to pray tomorrow for the eternal repose of all the faithful departed, those who sleep in the Lord. May the merciful God of grace and peace bless you all!

Ganz herzlich heiße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen. Heute feiern wir das Fest Allerheiligen. Dabei denken wir an die überaus große Zahl von Menschen, die uns in der Gottes- und Nächstenliebe mit Treue und Glaubensstärke vorangegangen sind. Ihre ergreifenden Lebenszeugnisse berühren uns. Sie sind uns aber nicht nur Vorbilder, sondern auch Begleiter, die für uns beten, daß wir in der Gemeinschaft mit Christus und der Liebe zu den Menschen immer mehr wachsen. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Festtag.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana. Hoy celebramos la fiesta de Todos los Santos, la multitud de hermanos nuestros en la fe que, a lo largo de todos los siglos, han llegado a la casa del Padre e interceden por nosotros. Ellos nos recuerdan que Dios nos mira con amor y nos llama también a nosotros a una vida de santidad, a la plenitud de la caridad, a vivir completamente identificados con Cristo. Que la intercesión de la Virgen María y el ejemplo de los santos nos ayuden a recorrer con alegría el camino que lleva a la bienaventuranza eterna. Feliz Fiesta.

Pozdrawiam obecnych tu Polaków. W tym szczególnym dniu za Apostołem Pawłem życzę, aby „serca wasze utwierdzone zostały jako nienaganne w świętości wobec Boga, Ojca naszego, na przyjście Pana naszego Jezusa wraz ze wszystkimi Jego świętymi” (1 Tes 3, 13). Niech wam Bóg błogosławi.

[Saluto i polacchi qui presenti. In questo particolare giorno insieme con l’Apostolo Paolo auguro che siano “saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi” (1 Ts 3, 13). Dio vi benedica!]

Infine, saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i partecipanti alla manifestazione “La corsa dei Santi”, promossa dai Salesiani per sostenere progetti di solidarietà in situazioni di estremo bisogno, come ad Haiti e in Pakistan. Saluto inoltre il gruppo di ragazzi di Modena che si stanno preparando al Sacramento della Confermazione. A tutti auguro pace e serenità nella spirituale compagnia dei Santi.

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