giovedì 19 novembre 2009

Il Papa: Nell’odierna società, profondamente segnata dal relativismo, risulta ancora più necessario aprirsi alla "sapienza" che viene dal Vangelo


UDIENZA AI DOCENTI E AGLI STUDENTI DEI PONTIFICI ATENEI ROMANI E AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DELLE UNIVERSITÀ CATTOLICHE, 19.11.2009

Alle ore 12.15 di questa mattina, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i Docenti e gli Studenti dei Pontifici Atenei Romani e i Partecipanti alla 23maAssemblea Generale della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche e rivolge loro il discorso che riportiamo di seguito:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
illustri Rettori, Autorità accademiche e Professori,
cari studenti, fratelli e sorelle
!

Con gioia vi accolgo e vi ringrazio di essere convenuti ad Petri Sedem, per essere confermati nel vostro importante ed impegnativo compito di insegnamento, di studio e di ricerca al servizio della Chiesa e dell’intera società. Ringrazio cordialmente il Cardinale Zenon Grocholewski per le parole che mi ha rivolto introducendo questo incontro, nel quale ricordiamo due ricorrenze particolari: il 30.mo della Costituzione apostolica Sapientia christiana, promulgata il 15 aprile 1979 dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, e il 60.mo anniversario del riconoscimento da parte della Santa Sede dello Statuto della Fédération Internationale des Universités Catholiques (FIUC).

Sono lieto di fare memoria insieme con voi di questi significativi anniversari, che mi offrono l’occasione di evidenziare ancora una volta il ruolo insostituibile delle Facoltà ecclesiastiche e delle Università cattoliche nella Chiesa e nella società. Il Concilio Vaticano II lo aveva già ben sottolineato nella Dichiarazione Gravissimum educationis, quando esortava le Facoltà ecclesiastiche ad approfondire i vari settori delle scienze sacre, per avere una conoscenza sempre più profonda della Rivelazione, per esplorare il tesoro della sapienza cristiana, favorire il dialogo ecumenico e interreligioso, e per rispondere ai problemi emergenti in ambito culturale (cfr n. 11). Lo stesso Documento conciliare raccomandava di promuovere le Università cattoliche, distribuendole nelle diverse regioni del mondo e, soprattutto, curandone il livello qualitativo per formare persone versate nel sapere, pronte a testimoniare la loro fede nel mondo e a svolgere compiti di responsabilità nella società (cfr n. 10). L’invito del Concilio ha trovato vasta eco nella Chiesa. Oggi vi sono, infatti, oltre 1.300 Università cattoliche e circa 400 Facoltà ecclesiastiche, diffuse in tutti i continenti, molte delle quali sono sorte negli ultimi decenni, a testimonianza di una crescente attenzione delle Chiese particolari per la formazione degli ecclesiastici e dei laici alla cultura e alla ricerca.

La Costituzione apostolica Sapientia christiana, fin dalle sue prime espressioni, rileva l’urgenza, ancora attuale, di superare il divario esistente tra fede e cultura, invitando ad un maggiore impegno di evangelizzazione, nella ferma convinzione che la Rivelazione cristiana è una forza trasformante, destinata a permeare i modi di pensare, i criteri di giudizio, le norme di azione. Essa è in grado di illuminare, purificare e rinnovare i costumi degli uomini e le loro culture (cfr Proemio, I) e deve costituire il punto centrale dell’insegnamento e della ricerca, nonché l’orizzonte che illumina la natura e le finalità di ogni Facoltà ecclesiastica.
In questa prospettiva, mentre viene sottolineato il dovere dei cultori delle discipline sacre di raggiungere, con la ricerca teologica, una conoscenza più profonda della verità rivelata, si incoraggiano, allo stesso tempo, i contatti con gli altri campi del sapere, per un fruttuoso dialogo, soprattutto al fine di offrire un prezioso contributo alla missione che la Chiesa è chiamata a svolgere nel mondo. Dopo trent’anni, le linee di fondo della Costituzione apostolica Sapientia christiana conservano ancora tutta la loro attualità.

Anzi, nell’odierna società, dove la conoscenza diventa sempre più specializzata e settoriale, ma è profondamente segnata dal relativismo, risulta ancora più necessario aprirsi alla "sapienza" che viene dal Vangelo. L’uomo, infatti, è incapace di comprendere pienamente se stesso e il mondo senza Gesù Cristo: Lui solo illumina la sua vera dignità, la sua vocazione, il suo destino ultimo e apre il cuore ad una speranza solida e duratura.

Cari amici, il vostro impegno di servire la verità che Dio ci ha rivelato partecipa della missione evangelizzatrice che Cristo ha affidato alla Chiesa: è pertanto un servizio ecclesiale. Sapientia christiana cita, al riguardo, la conclusione del Vangelo secondo Matteo: "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28,19-20). E’ importante per tutti, docenti e studenti, non perdere mai di vista il fine da perseguire, quello cioè di essere strumento dell’annuncio evangelico. Gli anni degli studi ecclesiastici superiori si possono paragonare all’esperienza che gli Apostoli hanno vissuto con Gesù: nello stare con Lui hanno appreso la verità, per diventarne poi annunciatori dappertutto. Al tempo stesso è importante ricordare che lo studio delle scienze sacre non va mai separato dalla preghiera, dall’unione con Dio, dalla contemplazione – come ho richiamato nelle recenti Catechesi sulla teologia monastica medioevale – altrimenti le riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale. Ogni scienza sacra, alla fine, rinvia alla "scienza dei santi", alla loro intuizione dei misteri del Dio vivente, alla sapienza, che è dono dello Spirito Santo, e che è anima della "fides quaerens intellectum" (cfr Udienza Generale, 21 ottobre 2009).

La Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (FIUC) è nata nel 1924 per iniziativa di alcuni Rettori e riconosciuta 25 anni dopo dalla Santa Sede. Cari Rettori delle Università cattoliche, il 60.mo anniversario dell’erezione canonica di questa vostra Federazione è un’occasione quanto mai propizia per fare un bilancio dell’attività svolta e per tracciare le linee degli impegni futuri.

Celebrare un anniversario è rendere grazie a Dio che ha guidato i nostri passi, ma è attingere anche dalla propria storia ulteriore slancio per rinnovare la volontà di servire la Chiesa. In questo senso, il vostro motto è un programma anche per il futuro della Federazione: "Sciat ut serviat", sapere per servire. In una cultura che manifesta una "mancanza di sapienza, di riflessione, di pensiero in grado di operare una sintesi orientativa" (Enc. Caritas in veritate, 31), le Università cattoliche, fedeli alla propria identità che fa dell’ispirazione cristiana un punto qualificante, sono chiamate a promuovere una "nuova sintesi umanistica" (ibid., 21), un sapere che sia "sapienza capace di orientare l’uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi" (ibid., 30), un sapere illuminato dalla fede.

Cari amici, il servizio che svolgete è prezioso per la missione della Chiesa. Mentre formulo a tutti sinceri auguri per l’anno accademico da poco iniziato e per il pieno successo del Convegno della FIUC, affido ognuno di voi e le istituzioni che rappresentate alla materna protezione di Maria Santissima, Sede della Sapienza, e ben volentieri imparto a voi tutti la Benedizione Apostolica.

© Copyright 2009 - Libreria Editrice Vaticana

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