lunedì 15 settembre 2008

Il Papa si congeda dalla Francia: "A Lourdes ho voluto condividere con i vescovi la mia convinzione che i tempi siano favorevoli a un ritorno a Dio"


VIAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA (12-15 SETTEMBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI MESSAGGI ED OMELIE DEL PAPA IN FRANCIA

CERIMONIA DI CONGEDO

DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Aeroporto di Tarbes-Lourdes-Pyrénées
Lourdes, lunedì 15 settembre 2008

Signor Primo Ministro,
cari Fratelli Cardinali e Vescovi,
Autorità civili e politiche presenti,
Signore, Signori !


Nel momento di lasciare – non senza rincrescimento – il suolo di Francia, vi sono molto grato per essere venuti a salutarmi, offrendomi così l’occasione di esprimere ancora una volta quanto questo viaggio nel vostro Paese abbia rallegrato il mio cuore.
Attraverso di Lei, Signor Primo Ministro, saluto il Signor Presidente della Repubblica e tutti i membri del Governo, così come le Autorità civili e militari, che non hanno risparmiato gli sforzi per contribuire al regolare svolgimento di queste giornate di grazia. Desidero esprimere la mia sincera gratitudine ai miei Fratelli nell’Episcopato, al Cardinal Vingt-Trois e a Mons. Perrier in particolare, così come a tutti i membri e al personale della Conferenza dei Vescovi di Francia. È cosa buona ritrovarsi tra fratelli.
Ringrazio anche calorosamente i Signori Sindaci e i Consigli comunali di Parigi e di Lourdes. Non dimentico le Forze dell’Ordine e gli innumerevoli volontari che hanno messo a disposizione il loro tempo e la loro competenza. Tutti hanno lavorato con dedizione e slancio per la buona riuscita dei miei quattro giorni nel vostro Paese. Grazie di cuore.

Il mio viaggio è stato come un dittico, il cui primo pannello è stata Parigi, città che io conosco abbastanza bene e luogo di molteplici incontri importanti. Ho avuto l’opportunità di celebrare l’Eucaristia nel contesto prestigioso della Spianata degli Invalidi.
Vi ho incontrato un popolo vivo di fedeli, fieri e forti della loro fede, che sono venuto ad incoraggiare perché perseverino decisamente nel vivere gli insegnamenti di Cristo e della sua Chiesa.
Ho potuto anche celebrare i Vespri con i sacerdoti, con i religiosi e le religiose e con i seminaristi. Ho voluto confermarli nella loro vocazione al servizio di Dio e del prossimo.
Ho passato pure un momento, troppo breve ma veramente intenso, con i giovani sul sagrato di Notre-Dame.

Il loro entusiasmo e il loro affetto mi sono di conforto.

Come non ricordare anche il prestigioso incontro con il mondo della cultura presso l’Institut de France e i Bernardins?

Come sapete, io ritengo che la cultura e i suoi interpreti siano un tramite privilegiato nel dialogo tra la fede e la ragione, tra Dio e l’uomo.

Il secondo pannello del dittico è stato un luogo emblematico, che attira ed affascina ogni credente: Lourdes è come una luce nell’oscurità del nostro brancolare verso Dio. Maria vi ha aperto una porta verso un al-di-là che ci interroga e ci seduce. Maria, porta caeli!
Mi sono messo alla sua scuola durante questi tre giorni. Il Papa aveva il dovere di venire a Lourdes per celebrarvi il 150° anniversario delle Apparizioni. Davanti alla Grotta di Massabielle ho pregato per tutti voi. Ho pregato per la Chiesa. Ho pregato per la Francia e per il mondo.
Le due Eucaristie celebrate a Lourdes mi hanno permesso di unirmi ai fedeli pellegrini. Divenuto uno di loro, ho seguito l’insieme delle quattro tappe del cammino del Giubileo, visitando la chiesa parrocchiale, poi il cachot e la Grotta, e infine la cappella dell’Ospizio. Ho anche pregato con e per i malati che vengono a cercare sollievo fisico e speranza spirituale. Dio non li dimentica, e la Chiesa neppure.
Come ogni fedele in pellegrinaggio, ho voluto partecipare alla processione “aux flambeaux” e alla processione eucaristica. Esse fanno salire verso Dio suppliche e lodi.

Lourdes è anche il luogo in cui si incontrano regolarmente i Vescovi di Francia per pregare insieme e per celebrare l’Eucaristia, riflettere e scambiarsi idee sulla loro missione di pastori. Ho voluto condividere con loro la mia convinzione che i tempi siano favorevoli a un ritorno a Dio.

Signor Primo Ministro, Fratelli Vescovi e cari amici, che Dio benedica la Francia! Che sul suo suolo regni l’armonia e il progresso umano e che la Chiesa vi sia come lievito nella pasta per indicare con saggezza e senza timore, secondo il suo dovere, chi è Dio!

È giunto il momento di lasciarvi. Potrò tornare ancora nel vostro bel Paese? Ne ho il desiderio, un desiderio tuttavia che affido a Dio.

Da Roma vi resterò vicino e quando sosterò davanti alla riproduzione della Grotta di Lourdes, che da oltre un secolo si trova nei Giardini Vaticani, penserò a voi. Che Dio vi benedica!

© Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana

Le parole di saluto del primo ministro francese Fillon

La conferma di una lunga amicizia

Durante la cerimonia di congedo, il primo ministro francese, François Fillon, ha rivolto al Papa le parole di saluto che diamo di seguito in una nostra traduzione italiana.

Santità,

queste quattro giornate passate in mezzo a noi resteranno nella mente di moltissimi francesi come un grande e bel momento di condivisione: condivisione di emozioni, di riflessione e di speranze. Devo dirle, Santità, che la sua venuta - se ne è reso conto - ha suscitato uno slancio popolare. Da Notre-Dame de Paris all'Esplanade des Invalides, e da qui a Lourdes, la sua bontà si è riversata su un'immensa folla, gioiosa e attenta al suo messaggio. Con la comunità cattolica, i nostri concittadini di ogni età, di ogni ambito sociale, di ogni origine e di ogni confessione, si sono riuniti con grande fervore.
La sua visita è stata per la Francia la conferma di una lunga amicizia. Nell'aereo che l'ha condotta venerdì a Parigi, ha espresso il suo attaccamento personale alla nostra lingua, alla nostra cultura e alla nostra tradizione intellettuale. Lei sa che questa tradizione è alimentata da dibattiti costanti, da proposte, da discussioni. Nel Palazzo dell'Eliseo ha contribuito alla riflessione che la Repubblica conduce da due secoli sui suoi rapporti con le Chiese. Ha ricordato che la separazione fondamentale fra la Chiesa e lo Stato non impedisce loro né di dialogare, né di arricchirsi reciprocamente. Nel Collège des Bernardins, circondato dai rappresentanti del mondo della cultura, il suo irradiamento intellettuale ha conferito al suo messaggio di speranza e di vigilanza una portata universale. Lei ci ha invitati a intraprendere il cammino della ragione e della parola per progredire in umanità e in spiritualità. Ha messo in guardia la nostra civiltà contro le sue debolezze materiali, le sue pulsioni di guerra, i suoi fanatismi. Ha fatto appello all'Europa umanista e alla sua eredità cristiana. Il suo monito ha fatto sì che si approfondisse il nostro sguardo sulla condizione umana, sui suoi doveri etici, sul suo mistero.
Santità, è la Repubblica, quella dei credenti di tutte le confessioni, ma anche quella di quanti dubitano, sono alla ricerca o non credono, a essere invitata a una meditazione collettiva. E questa meditazione è l'immagine di una laicità aperta e riflessiva. La Repubblica, profondamente laica, rispetta l'esistenza del fatto religioso. Apprezza il ruolo della tradizione cristiana nella sua storia e nel suo patrimonio culturale e artistico. Credo, Santità, che in quanti l'hanno ascoltata è nato un affetto molto sincero per lei e ora rendono omaggio alla semplicità con cui ha invitato ognuno a volgersi verso la parte migliore di sé. La Francia la guarda partire con emozione e con gratitudine. Fra le crisi e le preoccupazioni, la sua visita è stato un momento di pace e di fraternità. Fra le tensioni internazionali, è stata l'occasione per ricordare la nostra posizione comune rispetto ai fanatismi, alle violenze, alle discriminazioni. All'alba di un nuovo secolo, la sua visita ci invita a scongiurare le nostre paure e a mobilitare il meglio della nostra umanità al servizio del futuro.
Santità, i francesi le sono grati per aver così contribuito ad alimentare una speranza condivisa.

(©L'Osservatore Romano - 15-16 settembre 2008)

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