sabato 12 maggio 2007

La visita del Papa alla fazenda Da Esperanca


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La visita del Papa alla fazenda Da Esperanca


Saluto di Benedetto XVI alle Clarisse all'arrivo alla “Fazenda da Esperança” di Guaratinguetá, 12 maggio 2007

"Lodato sii, mio Signore, per tutte le tue creature” – Con questo saluto all’Onnipotente e Buon Signore, il santo Poverello di Assisi riconosceva la bontà unica di Dio Creatore e la tenerezza, la forza e la bellezza che soavemente si espandono in tutte le creature, rendendole specchio dell’onnipotenza del Creatore.

Questo nostro incontro, carissime sorelle Figlie di Santa Chiara, in questa "Fazenda da Esperança", vuol essere la manifestazione di un gesto di affetto del Successore di Pietro alle sorelle di Clausura e anche una serena manifestazione di amore che echeggia su queste colline e valli della Catena della Mantiqueira e si diffonde su tutta la terra: «Non è linguaggio e non sono parole di cui non si oda il suono. Per tutta la terra si diffonde la loro voce e ai confini del mondo la loro parola» (Sal 18,4-5). Da questo luogo le figlie di Santa Chiara proclamano: "Lodato sii, mio Signore, per tutte le tue creature!".

Dove la società non vede più alcun futuro o speranza, i cristiani sono chiamati ad annunziare la forza della Resurrezione: proprio qui, in questa "Fazenda da Esperança", dove risiedono tante persone, specie giovani, che cercano di superare il problema della droga, dell’alcool e della dipendenza dalle sostanze chimiche, si testimonia il Vangelo di Cristo in mezzo a una società consumistica lontana da Dio. Com’è diversa la prospettiva del Creatore nella sua opera! Le suore Clarisse e gli altri Religiosi di clausura – che, nella vita contemplativa, scrutano la grandezza di Dio e scoprono anche la bellezza della creature – possono, con l’autore sacro, contemplare lo stesso Dio, estasiato, ammirato dinanzi alla sua opera, alla sua creatura amata: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona!» (Gn 1,31).

Quando il peccato entrò nel mondo e, con esso, la morte, la creatura amata di Dio - pur ferita - non perse totalmente la sua bellezza: al contrario, ricevette un amore più grande: "Felice colpa, che meritò di avere un così grande Redentore!" – proclama la Chiesa nella notte misteriosa e chiara di Pasqua (Exultet). È il Cristo risuscitato che cura le ferite e salva i figli e le figlie di Dio, salva l’umanità dalla morte, dal peccato e dalla schiavitù delle passioni. La Pasqua di Cristo unisce cielo e terra. In questa "Fazenda da Esperança" si uniscono le preci delle Clarisse e il lavoro arduo della medicina e dell’ergoterapia per vincere le prigioni e rompere le catene delle droghe che fanno soffrire i figli amati di Dio.

Si ricompone così la bellezza delle creature che incanta e stupisce il loro Creatore. Questo è il Padre Onnipotente, l’unico la cui essenza è l’amore e la cui gloria è l’uomo vivente, come dice sant’Ireneo. Egli «ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio» (Gv 3,16) per riprendere chi è caduto lungo il cammino, assalito e ferito dai ladri per la strada da Gerusalemme a Gerico. Sulle strade del mondo, Gesù "è la mano che il Padre tende ai peccatori; è il cammino per mezzo del quale giunge a noi la pace" (anafora eucaristica). Sì, qui scopriamo che la bellezza delle creatura e l’amore di Dio sono inseparabili. Francesco e Chiara di Assisi scoprono anche questo segreto e propongono ai loro amati figli e figlie una sola cosa, e molto semplice: vivere il Vangelo. Questa è la loro norma di condotta e la loro regola di vita. Chiara lo espresse molto bene, quando disse alle sue consorelle: "Abbiate tra di voi, figlie mie, lo stesso amore con il quale Cristo vi ha amato" (Testamento).

È in questo amore che Fra Hans le invitò ad essere le garanti di tutto il lavoro svolto nella "Fazenda da Esperança". Con la forza della preghiera silenziosa, con i digiuni e le penitenze, le figlie di santa Chiara vivono il comandamento dell’amore per Dio e per il prossimo, nel gesto supremo di amare fino all’estremo.

Ciò significa che non bisogna mai perdere la speranza! Da qui il nome di quest’opera di Fra Hans: "Fazenda da Esperança". Bisogna infatti edificare, costruire la speranza, tessendo la tela di una società che, nello stendere i fili della vita, perde il vero senso della speranza. Questa perdita - secondo san Paolo - è una maledizione che la persona umana impone a se stessa: «persone senza cuore» (cfr Rm 1,31).

Carissime Sorelle, siate coloro che proclamano che «la speranza non delude» (Rm 5,5). Il dolore del Crocifisso, che pervase l’anima di Maria ai piedi della Croce, consoli tanti cuori materni e paterni che piangono di dolore per i loro figli ancora tossicodipendenti. Annunziate col silenzio oblativo della preghiera, silenzio eloquente che il Padre ascolta; annunziate il messaggio dell’amore che vince il dolore, la droga e la morte. Annunziate Gesù Cristo, essere umano come noi, sofferente come noi, che prese su di sé i nostri peccati per liberarci da essi!

Fra poco inizieremo la V Conferenza Generale dell’Episcopato Latino Americano e dei Caraibi, nel Santuario di Aparecida, così vicino alla "Fazenda da Esperança". Confido anche nelle vostre preghiere, affinché i nostri popoli abbiano vita in Gesù Cristo e tutti noi siamo suoi discepoli e missionari. Supplico Maria - la Madre Aparecida, la Vergine di Nazaret – che, nella sequela di Cristo, custodiva tutte le cose nel suo cuore, che vi custodisce nel silenzio fecondo della preghiera.

A tutte le Suore di clausura, specialmente alle Clarisse presenti in quest’Opera, va la mia benedizione con il mio affetto.


Discorso di Benedetto XVI durante la visita alla “Fazenda da Esperança” di Guaratinguetá, 12 maggio 2007

Carissimi amici e amiche!

Eccomi finalmente nella "Fazenda da Esperança"!

1. Saluto con particolare affetto Fra Hans Stapel, Fondatore dell’Opera Sociale "Nossa Senhora da Glória", conosciuta anche come "Fazenda da Esperança". Desidero innazitutto rallegrarmi con tutti voi per aver creduto nell’ideale di bene e di pace che questo posto significa.

A tutti voi che vi trovate in fase di ricupero, nonchè a coloro che si sono ristabiliti, ai volontari, alle famiglie, agli ex-ricoverati e ai benefattori di tutte le "fazendas" rappresentate in questa occasione per questo appuntamento con il Papa vorrei dire: Pace e Bene!

So che si sono riuniti qui i rappresentanti di diversi paesi, dove la "Fazenda da Esperança" possiede delle sedi. Siete venuti a vedere il Papa. Siete venuti per ascoltare e assimilare ciò egli desidera dirvi.

2. La Chiesa di oggi deve ravvivare in se stessa la coscienza del compito di riproporre al mondo la voce di Colui che disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). Da parte sua, la missione del Papa è di rinnovare nei cuori questa luce che non si offusca, perchè vuole illuminare l’intimo delle anime che cercano il vero bene e la pace, che il mondo non può dare. Una luce come questa abbisogna solo di un cuore aperto agli aneliti divini. Dio non costringe, non opprime la libertà individuale; solo chiede l’apertura di quel sacrario della nostra coscienza attraverso cui passano tutte le aspirazioni più nobili, ma anche gli affetti e le passioni disordinati che offuscano il messaggio dell’Altissimo.

3. «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20). Sono parole divine che giungono al fondo dell’anima e che scuotono persino le sue radici più profonde.

In un certo momento della vita, Gesù viene e bussa, con tocchi soavi, nel profondo dei cuori ben disposti. Con voi, Egli lo ha fatto attraverso una persona amica o un sacerdote o, chissà, predispose una serie di coincidenze per farvi capire che siete oggetto della predilezione divina. Mediante l’istituzione che vi accoglie, il Signore vi ha reso possibile questa esperienza di ricupero fisico e spirituale di importanza vitale per voi e per i vostri familiari. A seguito di ciò, la società si attende che sappiate divulgare questo bene prezioso della salute fra gli amici ed i membri di tutta la comunità.

Voi dovete essere gli ambasciatori della speranza! Il Brasile possiede una statistica delle più rilevanti per ciò che riguarda la dipendenza chimica delle droghe e degli stupefacenti. E l’America Latina non resta indietro. Perciò dico agli spacciatori che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto. La dignità umana non può essere calpestata in questo modo. Il male provocato riceve la medesima riprovazione che Gesù espresse per coloro che scandalizzavano i "più piccoli", i preferiti di Dio (cfr Mt 18,7-10).

4. A mezzo di una terapia, che include l’assistenza medica, psicologica e pedagogica, ma anche molta preghiera, lavoro manuale e disciplina, sono già numerose le persone, soprattutto giovani, che sono riuscite a liberarsi dalla dipendenza chimica e dall’alcool e a ricuperare il senso della vita.

Desidero manifestare il mio apprezzamento per quest’Opera, che ha come fondamento spirituale il carisma di San Francesco e la spiritualità del Movimento dei Focolari.

Il reinserimento nella società costituisce, senza dubbio, una dimostrazione dell’efficacia della vostra iniziativa. Però, ciò che più desta l’attenzione, e conferma la validità del lavoro, sono le conversioni, il ritrovamento di Dio e la partecipazione attiva alla vita della Chiesa. Non basta curare il corpo, bisogna ornare l’anima con i più preziosi doni divini acquisiti col Battesimo.

Ringraziamo Iddio per aver voluto porre tante anime sulla strada di una speranza rinnovata, con l’aiuto del Sacramento del perdono e della celebrazione dell’Eucaristia.

5. Cari amici, non posso lasciarmi sfuggire questa opportunità di ringraziare pure tutti coloro che collaborano materialmente e spiritualmente per dare continuità all’Opera Sociale Nossa Senhora da Glória. Che Dio benedica Fra Hans Stapel e Nelson Giovanelli Ros per aver accolto l’invito suo a dedicare a voi la loro vita. Il Signore benedica anche tutti coloro che lavorano in quest’Opera: i consacrati e le consacrate, i volontari e le volontarie. Una benedizione speciale va pure a tutte le persone amiche che la sostengono: autorità, gruppi di appoggio e tutti coloro che amano Cristo presente in questi suoi figli predileti.

Il mio pensiero va ora a molte altre istituzioni di tutto il mondo che lavorano per restituire la vita, e una vita nuova, a questi nostri fratelli presenti nella nostra società, e che Dio ama con un amore preferenziale. Penso pure ai molti gruppi degli Alcoolisti Anonimi e dei Tossicodipendenti Anonimi, e alla Pastorale della Sobrietà che già lavora in molte comunità, fornendo i suoi generosi aiuti in favore della vita.

6. La prossimità del Santuario di Aparecida ci assicura che la "Fazenda da Esperança" nacque sotto la benedizione ed il suo sguardo materno. Da molto tempo chiedo alla Madre, Regina e Patrona del Brasile, che stenda il suo mantello protettore su coloro che parteciperanno alla V Conferenza Generale dell’Episcopato dell’America Latina e dei Caraibi. La vostra presenza qui assicura un considerevole aiuto per il successo di questa grande Assemblea; deponete le vostre preghiere, i sacrifici e le rinunzie sull’altare della Cappella, sicuri che, nel Santo Sacrificio dell’Altare, queste offerte saliranno al cieli come soave profumo al cospetto dell’Altissimo. Conto sul vostro aiuto. Che San Fra Galvão e Santa Crescenza veglino e proteggano ognuno di voi. Tutti benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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