martedì 13 marzo 2007

Analisi e sintesi dell'Esortazione Apostolica "Sacramentum Caritatis"


Ecco le prime analisi e sintesi dell'Esortazione Apostolica del Santo Padre, il cui testo e' consultabile integralmente qui


IL PAPA: IN TROPPI PAESI MANCA LIBERTA', ANDARE IN CHIESA E' DA EROI
Garantire a tutti di vivere liberamente le loro convinzioni

Città del Vaticano, 13 mar. (Apcom) - Il Papa è preoccupato per quei paesi che non possono esprimere liberamente la propria fede. "Non sono poche le regioni del mondo nelle quali il solo recarsi in Chiesa costituisce un'eroica testimonianza che espone la vita del soggetto all'emarginazione e alla violenza - scrive Benedetto XVI nell'Esortazione postsinodale sull'Eucaristia presentata questa mattina in Vaticano - anche in questa circostanza voglio confermare la solidarietà di tutta la Chiesa con coloro che soffrono per la mancanza di libertà di culto".
"Laddove manca la libertà religiosa, lo sappiamo - prosegue il Pontefice - manca in definitiva la libertà più significativa, poiché nella fede l'uomo esprime l'intima decisione riguardo al senso ultimo della propria esistenza". Infine, una preghiera affinchè "si allarghino gli spazi della libertà religiosa in tutti gli Stati, affinché i cristiani, come pure i membri delle altre religioni, possano liberamente vivere le loro convinzioni, personalmente e in comunità".


IL PAPA: NON SMARRIRE SENSO DELLA DOMENICA, UOMO NON IDOLATRI LAVORO
Società civile non penalizzi cristiani che santificano la festa

Città del Vaticano, 13 mar. (Apcom) - "Smarrire il senso della domenica come giorno del Signore da santificare è sintomo di una perdita del senso autentico della libertà cristiana". Ed ancora: "L'uomo non si lasci asservire dal lavoro, non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita". Così Benedetto XVI richiama, nell'Esortazione postsinodale sull'Eucaristia presentata oggi in Vaticano, al senso della domenica, giorno da preservera e "festa primordiale".

La domenica, dunque "merita di essere santificata, perché non finisca per risultare un giorno 'vuoto di Dio'". "Infine - scandisce il Papa - è particolarmente urgente in questo nostro tempo ricordare che il giorno del Signore è anche il giorno del riposo dal lavoro. Ci auguriamo vivamente - prosegue Benedetto XVI - che esso sia riconosciuto come tale anche dalla società civile, così che sia possibile essere liberi dalle attività lavorative, senza venire per questo penalizzati".


PAPA/ APPELLO A SACERDOTI: MIGLIORARE LA QUALITA' DELL'OMELIA
Sia preparata accuratamente, no a omelie generiche o astratte

Città del Vaticano, 13 mar. (Apcom) - Appello del Papa ai sacerdoti a "migliorare la qualità dell'omelia". L'invito è contenuto nell'Esortazione postisinodale sull'Eucaristia presentata questa mattina in Vaticano, a conclusione del Sinodo dei Vescovi che si è tenuto nell'ottobre del 2005.

L'omelia "è parte dell'azione liturgica", spiega il Papa e "ha il compito di favorire una più piena comprensione ed efficacia della Parola di Dio nella vita dei fedeli". In tal senso, il Pontefice invita i sacerdoti a "preparare accuratamente l'omelia, basandosi su una conoscenza adeguata della Sacra Scrittura" e a "evitare omelie generiche o astratte".


IL PAPA: LA SECOLARIZZAZIONE HA FALLITO, CRISTO NON E' UN FATTO PRIVATO
Esortazione post-sinodale: "Capace di rinnovare la vita di tutti"

Città del Vaticano, 13 mar. (APCom) - Il fallimento della secolarizzazione "è ora davanti a tutti", e oggi bisogna riscoprire che Cristo "non è una semplice convinzione privata o una dottrina astratta": è uno dei passaggi dell'esortazione post-sinodale del Papa che è stata presentata questa mattina in Vaticano dal cardinale Angelo Scola.

"Uno degli effetti più gravi della secolarizzazione - scrive il Papa nel paragrafo 77 - sta nell'aver relegato la fede cristiana ai margini dell'esistenza, come se essa fosse inutile per quanto riguarda lo svolgimento concreto della vita degli uomini. Il fallimento di questo modo di vivere 'come se Dio non ci fosse' è ora davanti a tutti. Oggi - prosegue Papa Ratzinger, che sulla figura di Cristo ha scritto un libro di prossima pubblicazione - c'è bisogno di riscoprire che Gesù Cristo non è una semplice convinzione privata o una dottrina astratta, ma una persona reale il cui inserimento nella storia è capace di rinnovare la vita di tutti".

Al paragrafo successivo,il 78, Benedetto XVI affronta il tema della "evangelizzazione delle culture". "Cristo stesso è la verità di ogni uomo e di tutta la storia umana", afferma il Papa.


DIVORZIATI: PAPA, PIU' TRIBUNALI PER VERIFICARE NULLITA' MATRIMONIO

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 13 mar - Rilanciare e moltiplicare la presenza dei tribunali ecclesiastici sul territorio delle diocesi per dare adeguata consulenza ai coniugi divorziati che si sono risposati o intendano farlo. Lo chiede il papa per accrescere l'attenzione pastorale della Chiesa verso i divorziati risposati ai quali non e' concessa la possibilita' di ricevere la comunione eucaristica. La prima cosa da fare, infatti, prima di ogni altra decisione e' quella di verificare se il loro matrimonio e' stato contratto validamente o rientra nei casi di nullita'. In questo caso l'ammissione all'eucaristia non creerebbe problemi. Diversamente per accedere all'eucaristia i divorziati risposati dovrebbero vivere senza avere rapporti sessuali con il rispettivo partner. E' quanto viene stabilito dal Papa nell'esortazione apostolica postsinodale dedicata all'Eucaristia e pubblicata oggi, un anno e mezzo dopo la conclusione del sinodo dei vescovi. Il tema dei divorziati risposati viene trattato nel capitolo dedicato al rapporto che esiste tra l'Eucaristia e il sacramento del matrimonio che rimane la forma unica di famiglia riconosciuta e sostenuta dalla Chiesa, fondata sull'indissolubilita' del sacramento. ''Se l'Eucaristia esprime l'irreversibilita' dell'amore di Dio in Cristo per la sua Chiesa, - afferma il testo al paragrafo 29 - si comprende perche' essa implichi, in relazione al sacramento del Matrimonio, quella indissolubilita' alla quale ogni vero amore non puo' che anelare.Piu' che giustificata quindi l'attenzione pastorale che il Sinodo ha riservato alle situazioni dolorose in cui si trovano non pochi fedeli che, dopo aver celebrato il sacramento del Matrimonio, hanno divorziato e contratto nuove nozze. Si tratta di un problema pastorale spinoso e complesso, una vera piaga dell'odierno contesto sociale che intacca in misura crescente gli stessi ambienti cattolici. I Pastori, per amore della verita', sono obbligati a discernere bene le diverse situazioni, per aiutare spiritualmente nei modi adeguati i fedeli coinvolti.Il Sinodo dei Vescovi ha confermato la prassi della Chiesa, fondata sulla Sacra Scrittura (cfr Mc 10,2-12), di non ammettere ai Sacramenti i divorziati risposati, perche' il loro stato e la loro condizione di vita oggettivamente contraddicono quell'unione di amore tra Cristo e la Chiesa che e' significata ed attuata nell'Eucaristia. I divorziati risposati, tuttavia, nonostante la loro situazione, continuano ad appartenere alla Chiesa, che li segue con speciale attenzione, nel desiderio che coltivino, per quanto possibile, uno stile cristiano di vita attraverso la partecipazione alla santa Messa, pur senza ricevere la Comunione, l'ascolto della Parola di Dio, l'Adorazione eucaristica, la preghiera, la partecipazione alla vita comunitaria, il dialogo confidente con un sacerdote o un maestro di vita spirituale, la dedizione alla carita' vissuta, le opere di penitenza, l'impegno educativo verso i figli. La' dove sorgono legittimamente dei dubbi sulla validita' del Matrimonio sacramentale contratto, - rileva Benedetto XVI nella parte piu' innovativa del provvedimento - si deve intraprendere quanto e' necessario per verificarne la fondatezza. Bisogna poi assicurare, nel pieno rispetto del diritto canonico,la presenza sul territorio dei tribunali ecclesiastici, il loro carattere pastorale, la loro corretta e pronta attivita'. Occorre che in ogni Diocesi ci sia un numero sufficiente di persone preparate per il sollecito funzionamento dei tribunali ecclesiastici. Ricordo che '' e' un obbligo grave quello di rendere l'operato istituzionale della Chiesa nei tribunali sempre piu' vicino ai fedeli ''. E' necessario, tuttavia, evitare di intendere la preoccupazione pastorale come se fosse in contrapposizione col diritto. Si deve piuttosto partire dal presupposto che fondamentale punto d'incontro tra diritto e pastorale e' l'amore per la verita': questa infatti non e' mai astratta, ma '' si integra nell'itinerario umano e cristiano di ogni fedele ''. Infine, la' dove non viene riconosciuta la nullita' del vincolo matrimoniale e si danno condizioni oggettive che di fatto rendono la convivenza irreversibile, la Chiesa incoraggia questi fedeli a impegnarsi a vivere la loro relazione secondo le esigenze della legge di Dio, come amici, come fratello e sorella; cosi' potranno riaccostarsi alla mensa eucaristica, con le attenzioni previste dalla provata prassi ecclesiale. Tale cammino, perche' sia possibile e porti frutti, deve essere sostenuto dall'aiuto dei pastori e da adeguate iniziative ecclesiali, evitando, in ogni caso, di benedire queste relazioni, perche' tra i fedeli non sorgano confusioni circa il valore del Matrimonio. Data la complessita' del contesto culturale in cui vive la Chiesa in molti Paesi, il Sinodo ha, poi, raccomandato di avere la massima cura pastorale nella formazione dei nubendi e nella previa verifica delle loro convinzioni circa gli impegni irrinunciabili per la validita' del sacramento del Matrimonio. Un serio discernimento a questo riguardo potra' evitare che impulsi emotivi o ragioni superficiali inducano i due giovani ad assumere responsabilita' che non sapranno poi onorare. Troppo grande e' il bene che la Chiesa e l'intera societa' s'attendono dal matrimonio e dalla famiglia su di esso fondata per non impegnarsi a fondo in questo specifico ambito pastorale. Matrimonio e famiglia sono istituzioni che devono essere promosse e difese da ogni possibile equivoco sulla loro verita', perche' ogni danno arrecato ad esse e' di fatto una ferita che si arreca alla convivenza umana come tale''.


PAPA A POLITICI CATTOLICI: RISPETTATE VALORI NON NEGOZIABILI
Esortazione, "responsabilità" dei vescovi a guidare il "gregge"

Città del Vaticano, 13 mar. (Apcom) - Il Papa torna a rivolgere un appello affinché "i politici e i legislatori cattolici" promulghino leggi che non contraddicano i cosiddetti valori "non negoziabili" (rifiuto di aborto, eutanasia e sperimentazione sugli embrioni, difesa dell'unicità della famiglia fondata sul matrimonio eterosessuale, libertà di educazione): a questo tema è dedicato un passaggio della esortazione postsinodale sull'eucaristia presentato questa mattina in Vaticano. Mentre in Italia prosegue il dibattito sulle coppie di fatto (Dico, nella dizione del ddl governativo), il paragrafo 83 del documento, dedicato alla "coerenza eucaristica", sottolinea anche il fatto che "i vescovi sono tenuti a richiamare costantemente tali valori".

"I politici e i legislatori cattolici, consapevoli della loro grave responsabilità sociale, devono sentirsi particolarmente interpellati dalla loro coscienza, rettamente formata, a presentare e sostenere leggi ispirate ai valori fondati nella natura umana", scrive Benedetto XVI. "Tali valori non sono negoziabili", precisa il Papa, che elenca "il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme"

"I Vescovi - aggiunge Papa Ratzinger - sono tenuti a richiamare costantemente tali valori. Ciò fa parte della loro responsabilità nei confronti del gregge loro affidato".

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